Annamaria Licata, RadioJuveWeb: “Napoli, coreografia Vesuvio porta sfiga”. Audio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2013 - 11:54| Aggiornato il 8 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Annamaria Licata di RadioJuveWeb attacca pesantemente la squadra del Napoli oltre che l’intera città facendo dell’ironia sul recente incendio che ha distrutto La Città della Scienza.

In onda su RadioJuveWeb, Annamaria Licata si lascia andare a commenti sulla gara di venerdì 1 marzo tra Napoli-Juventus, terminata 1-1, ma in pochi secondi volano parole grosse sulla città con tanto di sfottò sul recente incendio che ha distrutto La Città della Scienza. Licata spiega che sono stati i tifosi a portare “sfiga” scherzando con la coreografia dell’eruzione del Vesuvio e “l’unica cosa buona che avevano gli è andata a fuoco”.

La Licata insiste: “Ma vi rendete conto che il capo della sicurezza di Napoli si chiama Auricchio? Al di là di tutto, Napoli si dimostra terra di nessuno, un luogo dove la giustizia è aleatoria”. L’intervento in diretta si riferisce alle coreografie dei tifosi del Napoli durante il match con la Juventus e la Licata è molto dura: “Il giorno dopo gli cadono i palazzi, quello era un motivo di vanto anche per l’Italia. Mentre continuavano a parlare di Juve, questi gli hanno fatto fuori la Città della Scienza e in dieci minuti era già tutto brasato. Gli ha portato una sfiga a loro quella coreografia”, dice ridendo Licata.

“Questa è la fotografia di Napoli che è diversa dal resto dell’Italia. Quel tipo di coreografia con i fumogeni, vietata in tutta Italia, da loro è autorizzata e il giorno dopo gli è andata a fuoco mezza Napoli. Io ci penserei a farla ancora con il Vesuvio perché la prossima volta ci vedo bene anche il Vesuvio che c’ha già tutti i suoi cazzi che gli hanno costruito intorno” commenta infine Licata sull’abusivismo nell’edilizia nella zona del vulcano.

Annamaria Licata conclude: “Gli hanno regalato Maradona per tre giorni, questi non c’hanno capito più un cazzo e il giorno dopo gli hanno incendiato Bagnoli”.