Purgatorio e battute su Berlusconi: Benigni show a Torino

Pubblicato il 14 Aprile 2011 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA

TORINO – Tra battute feroci per il premier e per il governo, e l’esegesi del VI Canto del Purgatorio, il canto più politico della Divina Commedia, Roberto Benigni, che ha aperto ieri al Palaolimpico la Biennale Democrazia di Torino, dopo la lectio magistrali di Mario Draghi, ha rivolto una sorta di appello agli italiani perché si occupino di politica.

Proprio come fece Dante nel suo tempo. ”Mamma mia come era impegnato Dante – ha detto Benigni – gli voleva bene a questo paese, lui. Voleva lottare per la democrazia e la libertà. Pensava fosse utile che un galantuomo scendesse in politica, perché c’era un bel casino in quel tempo, parlamentari che si vendevano e passavano da una parte all’altra, e cose di questo genere, roba da medioevo”.

”Altro che andare all’estero per sentirsi liberi – ha aggiunto il giullare toscano, osannato come una star da un pubblico di 9.000 persone che per conquistare il biglietto gratuito hanno fatto ore di coda – la nostra libertà è  più dolce, io voglio essere libero qui, caspita”. Come dire che l’Italia a Benigni piacerebbe tanto se non…e gli piace anche molto Torino: ”E’ una città bellissima piena di bandiere tricolori, qui si sente più che altrove l’unità d’Italia. Mi sono chiesto, appena arrivato, cosa potevo fare per questa città. Ho cercato su internet per comprare una casa, ho trovato in centro palazzo Madama e vicino un altro palazzo che potrebbe diventare Casinò Royale”.

Tutto lo show del Benigni così amato dagli italiani nel suo ultimo intervento televisivo, l’esegesi dell’inno di Mameli al Festival di Sanremo,è  intriso di senso della nazione. Come quello che ha detto di percepire nelle strade torinesi: ”Qui c’è un vero patriottismo, che non è nazionalismo, ma una somma di valori, quelli della Repubblica”. Così, prima di darsi alla sua dottissima lettura del VI Canto del Purgatorio, quello in cui Dante, davanti a Virgilio e al poeta provenzale italiano Sordello, parla dell’Italia come ”serva,…di dolore ostello, non donna di province, ma bordello” si sofferma sull’attualità.

”Maroni ha detto che dovremmo uscire dall’Europa – ha affermato il giullare – ma con questo governo ci farebbero uscire da ogni continente, peccato perché proprio adesso Renzo Bossi ha capito in quale continente siamo”. E, ancora: ”In Parlamento stanno votando da tre giorni, li hanno segregati tutti, alcuni parlamentari hanno detto che prendono mille euro fino alle 22, cinquemila per tutta la notte. A Torino ho sentito che hanno candidato La Ganga, d’altronde se non si riesce a battere Berlusconi, bisogna combatterlo sul suo stesso terreno”.

Oppure: “La prima udienza per Ruby è durata 7 minuti, forse la più lunga dell’intero processo, ma dice Ruby più  lungo della durata dello stesso reato. Berlusconi era arrabbiatissimo in tribunale, ha trovato anche striscione con slogan contro di lui come ‘la legge è uguale per tutti’ ”. Insomma, tutto il Benigni pensiero, in piena forza per mandare un messaggio agli italiani: ”Amate questo paese come l’amò Dante che scrisse la Divina Commedia e questo canto in particolare per fare politica, per lottare contro la corruzione”. Tutto ciò  in piena sintonia con l’anima della Biennale Democrazia ”la più bella manifestazione culturale italiana” secondo Benigni.

Tra le battute della serata, non è mancata neanche una rivolta al ministro della Difesa: “”Maroni ha ragione, l’Europa dovrebbe aiutarci e portarci via un po’ di tutte queste persone che creano problemi. Per esempio perché non si porta in Francia La Russa? Ma anche, magari Frattini e Cicchitto? Perche’ dobbiamo tenerceli tutti noi scusate tanto?”.