Calcio scommesse, l’uomo della ricevitoria: “Qui puntavano i giocatori”

Pubblicato il 16 Marzo 2012 - 18:59 OLTRE 6 MESI FA

BARI –  Un’intervista a un gestore di un negozio di scommesse a Bari in cui quest’ultimo racconta di giocatori che, dopo la retrocessione, andavano regolarmente a puntare. E poi albanesi con pezzi da 500 euro, giocate su risultati esatti, puntate sul 2 del Lecce nel derby, che è proprio una delle partite sotto lo sguardo della magistratura che indaga sullo scandalo calcio scommesse. Infine una chiusura inquietante, col gestore che invita l’intervistatore a “lasciare stare perché è una cosa troppo grossa”. Sarà un gestore informato o un mitomane? Il tutto compare in un’intervista diffusa da Ilquotidianoitaliano.it. Su chi sia il gestore, però, nessuna indicazione. E anche i nomi dei calciatori che puntavano sono oscurati da una serie di Bip.

Gestore: Che poi, le facce di chi scommette, quelle, le riconosci sempre, sono come i clienti di un bar. Invece, capisci che sta succedendo qualcosa di strano quando inizi a vedere volti nuovi, gente che non hai mai visto, contanti e tagli grossi, “le viola” e anche roba del genere.

Intervistatore: “La viola” sarebbero le 500 euro?

G: I pezzi da 500 euro, sì. L’anno scorso almeno una ventina di albanesi vennero qui dentro, a puntarli dritti, dritti sul 2 del Lecce.

I: Quello nel derby? Quindi si sarebbero venduti il derby?

G: Aivoglia, devi vedere quella settimana quanta gente, anche a scommettere sull’under. Io non ci volevo credere all’inizio, poi, però, visto che ****** fa l’autogol, quell’autogol, e là capisci un sacco di cose.

I: E vabbè, però, mica solo Bari-Lecce?

G: No, che cosa, solo Bari-Lecce? Da aprile, quando il Bari è finito in serie B, che era sicuro, qua dentro entravano e uscivano persone, tutti a giocare sui risultati esatti. La gente, la fila, arrivava fino là fuori. Tu pensa che una volta venne direttamente lui a giocare.

I: Lui chi?

G: Lui, ******, hai presente ******? Lui in persona.

I: Sì, vabbè, non è che un giocatore prende e entra in un centro scommesse.

G: Eh, non ti credere, che qua veniva lui, veniva anche quell’altro ******.

I: Ah.

G: Veniva anche lui, secondo dei soldi che puntava si capiva se erano soldi suoi o se stava qualche gruppo dietro, qualcuno che glieli dava.

I: Scusa, eh vabbè, entrano dei giocatori in una ricevitoria e nessuno veniva a chiedere “scusa che ci fai?”, cioè “che cosa stai scommettendo?”

G: E che vale la pena chiedere a loro? Secondo te ti dicono qualcosa? Quelli entravano, la gente guardava tutta la scena, poi venivano da me e mi dicevano “fammi la stessa scheda che ha fatto ******”

I: scusa, ti posso chiedere una cosa? Ma pure tu a questo punto, che la vedevi, non te la sei mai giocata?

G: Senti, ‘u frat’, a me lasciami perdere proprio anzi, vuoi sapere una storia? Lascia perdere proprio tutto di questo fatto, che forse è una cosa grossa pure per te, troppo grossa.