Ezadeen, nave fantasma attracca a Corigliano: sbarco 450 profughi siriani VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Gennaio 2015 - 02:00 OLTRE 6 MESI FA
Ezadeen, nave fantasma attracca a Corigliano: sbarco 450 profughi siriani

Ezadeen, nave fantasma attracca a Corigliano: sbarco 450 profughi siriani

CORIGLIANO CALABRO (COSENZA) – E’ attraccato nel porto di Corigliano Calabro il mercantile Ezadeen che trasportava i 450 immigrati di nazionalità siriana, tra cui una cinquantina tra donne e minori, soccorsi giovedì dalla Guardia costiera nel Mare Jonio al largo delle coste della Calabria dopo che gli scafisti avevano abbandonato l’imbarcazione.

Dopo l’attracco sono cominciate le operazioni di sbarco degli immigrati coordinate dalla Prefettura di Cosenza e la collaborazione di alcune organizzazioni di volontariato per garantire assistenza ai migranti. Una volta completato lo sbarco, gli immigrati saranno avviati in alcuni centri di accoglienza dove si procederà alla loro identificazione. Al momento non ci sono immigrati che presentano problemi di carattere sanitario.

A tre giorni dal cargo battente bandiera moldava privo di equipaggio e carico di migranti – poi condotto nel porto pugliese di Gallipoli – si registra un nuovo caso di nave fantasma. E’ questa la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina: le navi vengono acquistate a poche centinaia di migliaia di dollari e poi abbandonate dagli scafisti in vista delle coste italiane dopo aver fruttato guadagni milionari ai trafficanti di esseri umani. 

L’Ezadeen, lungo una sessantina di metri e battente bandiera della Sierra Leone, è una nave mercantile costruita nel 1966. Sarebbe di proprietà di una compagnia con sede a Tripoli, in Libano e solitamente viene utilizzata per il trasporto di bestiame vivo. Secondo il sito Vesselfinder.com, l’11 ottobre scorso si trovava nel porto siriano di Tartus. Il 19 dicembre invece in quello di Famagosta, sulla costa orientale di Cipro. Ed era diretta al porto francese di Sete.

Giovedì pomeriggio il mercantile è stato lanciato verso il porto di Corigliano Calabro col suo carico di circa 450 migranti di nazionalità siriana, tra i quali donne e bambini. Giunti in quelle che vengono definite acque “Sar” (ricerca e soccorso) italiane, a circa 80 miglia da Crotone, i migranti hanno lanciato l’allarme.

In zona sono arrivate le motovedette della Guardia costiera e la nave islandese Tyr della missione Frontex. Impossibile, però, per gli uomini della Guardia costiera salire a bordo, anche dopo che il cargo si è fermato per avere esaurito il carburante. Con onde alte sette metri il rischio di un abbordaggio era troppo elevato. E così, come già successo a Gallipoli, i marinai si sono dovuti calare a bordo col verricello di un elicottero dell’Aeronautica militare. Una volta ai comandi, i militari si sono anche resi conto che questi erano fuori uso; si è reso quindi necessario l’intervento della nave islandese, che ha trainato la Ezadeen verso il porto di Corigliano Calabro.

Gli ultimi due episodi confermano la nuova strategia messa in atto dai trafficanti: per scampare all’arresto, lasciano le navi ingovernate, col rischio di farle finire sugli scogli. Una metodica già nota alla Guardia costiera calabrese, che recentemente si è trovata ad affrontare casi analoghi. Per questo tipo di “sbarchi” l’organizzazione usa navi dismesse da 2-3 anni, di cui non vi è più traccia nei registri navali ma che ricompaiono misteriosamente in queste circostanze. Di qui il nome di “navi fantasma”.

Navi, tra l’altro, di dimensioni tali, dai 60 ai 100 metri, da consentire la navigazione anche d’inverno, col mare grosso, mentre in passato venivano usate solo vecchie carrette di pochi metri e gli sbarchi erano concentrati solo nella stagione estiva. Dopo la partenza dai porti della Grecia o della Turchia, a distanza di sicurezza dalle coste italiane, gli scafisti inseriscono il pilota automatico, o comunque danno i rudimenti di navigazione a qualcuno dei migranti a bordo, e abbandonano la nave.

A modificare l’approccio degli scafisti avrebbe contribuito anche il fatto che i profughi provenienti dalla Siria sono disposti a pagare prezzi più alti per il viaggio, in alcuni casi sino a ottomila dollari a testa, ma pretendono, come contropartita, l’uso di mezzi sicuri.

Il cambio di strategia, però, oltre ad essere rischioso per i migranti e per gli stessi soccorritori, costretti a salire a bordo di navi in movimento in condizioni meteo marine spesso rischiose, provoca anche un altro problema: l’occupazione delle banchine dei porti di attracco che limitano, a volte per periodi molto lunghi, le normali attività commerciali degli scali, con danni anche per gli operatori e l’economia della zona.

Il video del soccorso al mercantile diffuso dall’Aeronautica Militare:

Il video dei primi soccorsi ai migranti sbarcati, caricato su YouTube dal collettivo mediattivista “Mmasciata”: