Casacca nel Parmigiano e il bimbo sepolto vivo, Reneuzzi e il killer dei boschi: i mille paesi abitati dai fantasmi

Pubblicato il 2 Dicembre 2010 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

La villa del film "Profondo Rosso"

A Casacca nel Parmigiano, luogo macabro di messe nere e cimiteri profanati, c’è un bambino sepolto vivo. A Reneuzzi in un bosco nebbioso e dimenticato ci fu l’omicidio di una ragazza. A Comacchio, paese amato da Pupi Avati per essere così cupo, c’è il pittore maledetto. In Italia sono molti i “luoghi fantasma”. Sobo principalmente case disabitate, a volte anche interi borghi. Luoghi che incutono terrore ma che spesso sono state location per dei film o fonte di ispirazione per scrittori. E poiché l’Italia ha più case abbandonate di qualsiasi altro paese del Mediterraneo, un migliaio di villaggi, più case sparse, che potrebbero contenere la popolazione di Roma e Milano insieme, è probabile che qui si registri anche la massima densità di spettri d’Europa. Non solo case, ma anche cimiteri, parchi, boschi, luoghi dei quali si narrano fatti macabri, eventi sinistri e a volte anche tragici. Ma saranno vere tutte le storie?

A Casacca nel Parmigiano, territorio di messe nere e riti occulti, si parla di bare scoperchiate nel cimitero, e anche lì l’abbandono è messo in relazione a una tragedia, l’amore proibito di un prete e una suora dal quale sarebbe nato un bambino poi nascosto, sepolto o murato vivo. C’è anche un pozzo, in paese, dove affermano si possa sentire il canto di una bambina caduta lì dentro. Storie probabilmente false, ma utili a razionalizzare l’inspiegabile e talvolta l’indicibile: la fuga in massa delle persone, e poi la spoliazione delle cose per mano di vandali e antiquari.

A Reneuzzi, paese fantasma amato da Dario Argento (vedi la “villa del bambino urlante” a Torino nel film “Profondo Rosso”) sugli impervi monti liguri, l’abbandono è legato a un fatto reale: la storia di Davide che vede partire Mariuccia per la pianura, capisce di perderla per sempre e la uccide, poi si dà alla latitanza. L’ombra dell’omicida terrorizza i pochi rimasti, che fuggono a valle lasciando il villaggio deserto, e non importa se qualche settimana dopo il corpo di Davide suicida sarà trovato decomposto nel bosco. Di Villa Clara a Bologna si dice che la figliastra del padrone – nobile famiglia Alessandri – sarebbe stata murata dopo una tresca proibita con un sottoposto, mentre a Villa Pastore nell’Alessandrino un fantasma di donna suona il piano tutte le notti.

In Romagna l’addensamento di visioni è impressionante, anche perché si tratta spesso di abbandoni di pianura, i più spettrali. Come villa Boccaccini dalle parti di Comacchio, dove Pupi Avati – in quella che definisce una “campagna malata, nebbiosa, inquietante” – ha girato “La casa delle finestre che ridono”, la storia di un pittore maledetto, specializzato nel ritrarre agonie. Anche lì segnali del terzo tipo, una lampada che si accende a una finestra, la testa di un diavolo affrescata sotto l’immagine di un santo, e ovunque l’impressione di entrare in uno spazio a-temporale, quasi subacqueo, come se l’abbandono risalisse a mille anni fa, non quaranta.

E poi l’Abruzzo, con gli spettri di Sperone e Frattura, dove senti ancora la voce di bambini estinti. “Luoghi dove – racconta Romano Camassi dell’Istituto geofisico di Bologna – il terremoto non è mai l’unica causa dell’abbandono”. E la Calabria, con l’enigma dei “paesi doppi”, come li chiama l’antropologo Vito Teti, quelli che si duplicano sulla costa dopo secoli di resistenza sui monti. Storie dove miseria, ‘ndrangheta, emigrazione, frane, brigantaggio e latitanza di criminali si intrecciano a costruire storie poco tranquillizzanti. Come Roghudi, protetta da inestricabile boscaglia, dove tutti ti dicono che è meglio non andare. E dove la sera qualche luce fantasma si accende.

Tutte queste storie sono contenute nel documentari “Case abbandonate” di Alessandro Scillitani, che sarà proiettato in anteprima al cinema “Al Corso” di Reggio Emilia, nell’ambito della Biennale del paesaggio. Non un semplice inventario di rovine, ma una galleria di leggende, racconti noir e apparizioni spesso sinistre che abitano il paesaggio dell’italica incuria. Per gli amanti del turismo macabro o dell’orrore, una guida da non sottovalutare.

Ecco il trailer del documentario: