Ferrari, alla guida c’è un ragazzino di 11 anni: il video da Napoli. Polemiche sui social

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2021 - 09:55 OLTRE 6 MESI FA
Ferrari, alla guida c'è un ragazzino di 11 anni: il video da Napoli. Polemiche sui social

Ferrari, alla guida c’è un ragazzino di 11 anni: il video da Napoli. Polemiche sui social

Un ragazzino di 11 anni alla guida di una Ferrari a Casandrino, in provincia di Napoli l’episodio viene denunciato dal consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli. Da lì in poi sono scaturite polemiche social. “Alla base di questo fenomeno in continua crescita ci sono il ‘divertimento’ irresponsabile, la conquista dei followers sui social ed anche la necessità di rimarcare la propria ‘superiorità’, il proprio essere al di sopra delle regole, come nell’ ultimo episodio da noi denunciato del ragazzino che guida una Ferrari a Casandrino – afferma Borrelli insieme al conduttore radiofonico Gianni Simioli – L’Osservatorio su Tik Tok che abbiamo istituito serve anche per denunciare tutto questo che avviene con sempre maggiore frequenza”.

Il video del ragazzino che guida una Ferrari

Borrelli pubblica sulla sua pagina Facebook il video nel quale si vede un ragazzino alla guida dell’auto. I protagonisti di tali filmati, afferma Borrelli, “sono i ragazzini ed i bambini che però ovviamente non hanno colpe, le quali devono ricadere necessariamente sui genitori, persone irresponsabili ed evidentemente tanto immature da non preoccuparsi neanche per l’incolumità dei loro figli”.

Tra noia e divertimento

A parere di Borrelli “queste persone vanno denunciate e punite in maniera esemplare. Le forze dell’ordine, le istituzioni e l’assistenza sociale devono intervenire prima che la situazione sfugga completamente di mano”. “Adolescenti alla guida di Ferrari, bambini che fanno lezioni di guida nel traffico cittadino. ‘Poppanti’ messi per ‘divertimento’ al volante di automobili. È lo strano e pericoloso fenomeno che da tempo sta spopolando sui social e che abbiamo denunciato a più riprese”. Così concludono Borrelli e Simioli.