Furbetti del cartellino a Napoli, medico tennista: “Meglio lavorare bene 3 ore che 8 male” VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Marzo 2017 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – “Meglio lavorare tre ore bene che otto ore male”: così si esprimeva Tommaso Ricozzi, radiologo dell’ospedale Loreto Mare di Napoli, qualche giorno prima del blitz dei carabinieri che ha portato  agli arresti domiciliari 55 dipendenti dell’ospedale assenteisti.

Ricozzi, che secondo l’accusa giocava a tennis durante le ore di lavoro, è stato intervistato da Nello Trocchia per il programma di RaiDue Nemo. Il Corriere della Sera ne ha anticipato in esclusiva un pezzo.

L’INCHIESTA – Il blitz dei carabinieri del Nas contro i furbetti del cartellino dell’ospedale Loreto Mare di Napoli ha portato all’arresto di 55 dipendenti, tutti finiti ai domiciliari. Un numero cospicuo di assenteisti che ha costretto il giudice a disporre per 50 di loro anche l‘obbligo di andare al lavoro, sotto il controllo dei militari dell’Arma.

Complessivamente sono indagate 94 persone, praticamente un terzo dei dipendenti del nosocomio. La Asl Napoli 1 ha annunciato provvedimenti di sospensione, con dimezzamento dello stipendio, per cinque dipendenti: quelli per i quali, considerata la maggiore gravità degli addebiti, il gip non ha previsto il rientro coatto al lavoro. Per gli altri, le carte vanno all’ufficio disciplinare.

Le misure cautelari sono state emesse nei confronti di un neurologo, un ginecologo (ma i medici indagati sono 6), 9 tecnici di radiologia, 18 infermieri professionali, 6 impiegati amministrativi, 9 tecnici manutentori e 10 operatori sociosanitari. Tra questi anche alcuni sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, che, secondo fonti interne dell’ospedale, sarebbero stati coinvolti nella gestione dei badge marcati abusivamente.

Due operatori sociosanitari custodivano 20 badge che usavano per far risultare presenti dipendenti i quali, per tenerli in allerta, inviavamo loro messaggi via telefono cellulare. In sostanza, c’erano assenteismi praticamente in tutti i reparti del Loreto Mare, finanche in quello, delicatissimo, di terapia intensiva.

Il procuratore aggiunto Alfonso D’Avino li ha definiti “professionisti, ma del cartellino”: nel giro di tre mesi, due indagati hanno “strisciato” il badge rispettivamente 443 e 493 volte. Quasi un record.

Oltre agli arresti domiciliari, il gip ha anche deciso di sequestrare le indennità percepite da tre radiologi per la cosiddetta “prestazione lavorativa esclusiva”, circa 300mila euro: in realtà, è emerso dalle indagini, svolgevano doppio e triplo lavoro e quindi non ne avevano diritto.

Tra i casi più eclatanti figura quello di un cosiddetto ‘controllore’, dipendente dell’ufficio Prass (Presenze/Assenze), che invece di tenere d’occhio i colleghi se ne andava a fare lo chef in un ristorante.