Milan-Tottenham, il “ringhio” di Gattuso: quando gli italiani si danno alla rissa in campo

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA

Gattuso prende il collo Jordan

MILANO – Si sa, Gennaro “Ringhio” Gattuso non è nuovo ad episodi del genere. Un giocatore che in campo dà tutto e ci mette un’intensità quasi anormale, a volte si perde in brutti gesti. Ultimo quello contro il Tottenham: provocato evidentemente a parole, ha prima preso per il collo Joe Jordan, secondo allenatore del Tottenham, poi a fine gara gli ha dato una testata, non forte, a muso duro, un lieve contatto, ma il gesto rimane. Gattuso è poi stato portato fuori a fatica dai compagni e dallo staff del Milan.

Dopo una doccia, a freddo, ecco le scuse: “Ho perso la testa, mi assumo tutte le responsabilità”. Non sembra volersi immischiare invece l’allenatore del Milan Massimiliano Allegri che dopo il match racconta soltanto di non aver capito cosa sia successo”. Pungente invece l’attaccante del Tottenham Peter Crouch, che ha deciso la partita: “Evidentemente Gattuso non sa perdere, l’importante però è che noi abbiamo vinto”.

Il comportamento Gattuso è quindi finito sotto osservazione dell’Uefa. E’ stata infatti aperta un’azione disciplinare nei confronti del giocatore del Milan. Il caso verrà discusso lunedì prossimo. Quello di Gattuso però è solo l’ultimo episodio. E’ vero, un episodio che potrebbe farci dire che gli italiani fanno sempre figuracce, che appunto “non sanno perdere”. C’è infatti una costante. Delle ultime risse, quelle più eclatanti, scoppiate in una partita di Champions League, spesso, quasi sempre, c’è di mezzo una squadra italiana.

Senza andare troppo indietro nel tempo, e tralasciando episodi scaturiti dai gesti dei tifosi, come la monetina che dalla tribuna d’onore romanista arrivò a colpire l’arbitro Frisk o il petardo lanciato al portiere del Milan Nelson Dida, fermiamoci a marzo del 2007. Chi non si ricorda la rissa dopo Valencia-Inter? Rissa spaventosa, accesa dal panchinaro spagnolo Navarro che, con un pugno ha spaccato la faccia a Burdisso (intento a litigare con Joaquin e Marcena), ma proseguita anche da diversi interisti (Cordoba, Maicon, Cruz, lo stesso Burdisso) che hanno cercato di farla pagare immediatamente a Navarro. Lo spagnolo deve ringraziare la sua buona velocità di base se è riuscito a salvarsi. Negli spogliatoi, poi, è successo di tutto.

Un altro episodio nella sfida tra Roma e Manchester United. In quella gara ci fu la carica della polizia ai tifosi inglesi, falli e continue risse in campo con i giallorossi innervositi dai giochetti di Cristiano Ronaldo. Un brutto spettacolo, con i giornali inglesi che il giorno dopo titolavano in prima pagina: “Una partita nel vero stile italiano”.

Torniamo però a Gattuso. Ha perso la testa, è d’obbligo però a questo punto un parallelo con Zinedine Zidane. Il francese la testa la perdeva spesso, ma il culmine lo raggiunse nella finale del Mondiale del 2006. In Francia, nonostante la sconfitta, Zidane fu accolto come un eroe per la zuccata rifilata a Materazzi. Zidane fu provocato e ha reagito. Gattuso è stato provocato, ha reagito con meno violenza, ma dubitiamo che sarà insignito della legion d’onore come è successo al campione franco-algerino.

Il fatto che in Champions League ci sia sempre una squadra italiana di mezzo fa sorgere una domanda: possibile che ormai ci conoscano così bene che basta un niente per farci scattare la molla? E’ vero le provocazioni ci sono sempre state, le reazioni esagerate magari no. Un esempio proprio nella partita di martedì sera a San Siro. A metà del secondo tempo il milanista Flamini ha fatto un’entrata killer sul difensore del Tottenham Corluka. Un intervento a piedi uniti che ha preso in pieno l’avversario. Poi il milanista ha anche arringato il pubblico, perchè farlo dopo un’entrata del genere? Bene, come hanno reagito quelli del Tottenham? Semplicemente in maniera composta, parlando con l’arbitro e chiedendo spiegazioni a Flamini, nessuna testata, niente mani addosso. Come avrebbe reagito Gattuso, o qualsiasi altro giocatore del Milan, o di un’altra squadra italiana, a parti invertite?