“La piaga dell’Italia è l’evasione fiscale”: il discorso di Napolitano

Pubblicato il 31 Dicembre 2011 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Grazie agli italiani di tutte le generazioni e di ogni parte del Paese,per il calore con cui mi avete accolto ovunque mi sia recato per celebrare i 150 anni dell’unità d’ Italia”. Così il capo della Stato, Giorgio Napolitano comincia il suo messaggio agli italiani.

”Grazie per avermi trasmesso nuovi e forti motivi di fiducia in futuro Paese. Che fa tutt’uno con la fiducia – sottolinea Napolitano – in noi stessi, per quel che possiamo sprigionare e far valere dinnanzi alle avversità”.

”Far valere dinnanzi a avversità: spirito di sacrificio e slancio innovativo, capacità di mettere a frutto risorse e riserve di un’economia avanzata, solida e vitale nonostante squilibri e punti deboli, di un capitale umano ricco di qualità e sottoutilizzato”.

”Non mi nascondo che nell’animo di molti, la fiducia che ho sentito riaffiorare e crescere nel ricordo della nostra storia rischia di essere oscurata da interrogativi angosciosi e da dubbi che possono tradursi in scoraggiamento e indurre al pessimismo”, ha detto  Napolitano nel messaggio di fine anno prima di affrontare il tema della crisi economica e dei sacrifici che comporta invitando gli italiani a credere nella possibilità di una ripresa.

”L’emergenza resta grave”: i Buoni del Tesoro, ”nonostante i segnali incoraggianti degli ultimi giorni, restano sotto attacco”; il debito pubblico ”pesa come un macigno e ci costa tassi di interesse pericolosamente alti”. Il presidente della Repubblica sottolinea come per tale ragione ”lo sforzo di risanamento” debba ”essere portato avanti con rigore” e che su questo non ci si possa fare ”illusione”.

”Lo sforzo di risanamento”, culminato nella ”impegnativa” manovra deve essere portato avanti, ma ”siamo convinti che i frutti non mancheranno” e ”i sacrifici non risulteranno inutili. Specie se – aggiunge il capo dello Stato – l’economia riprenderà a crescere: il che dipende da adeguate scelte politiche e imprenditoriali, come da comportamenti diffusi, improntati a laboriosità e dinamismo, capaci di produrre coesione sociale e nazionale”.

”Nella seconda metà del Novecento, il benessere collettivo è giunto a livelli un tempo impensabili portando l’Italia nel gruppo delle nazioni più ricche. Ma a partire dagli anni Ottanta, la spesa pubblica è cresciuta in modo sempre più incontrollato e ormai insostenibile. E c’è chi ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale”.

”Quando si parla di conti conti pubblici da raddrizzare, non si può fare a meno di mettere nel mirino l’altra grande patologia italiana: una massiccia, distorsiva e ingiustificabile evasione fiscale”.

”Nessuno oggi, nessun gruppo sociale, può sottrarsi all’impegno di contribuire al risanamento dei conti pubblici, per evitare il collasso finanziario dell’Italia”.

”Dobbiamo comprendere tutti che per lungo tempo lo Stato, in tutte le sue espressioni, è cresciuto troppo e ha speso troppo, finendo per imporre tasse troppo pesanti ai contribuenti onesti e per porre una gravosa ipoteca sulle spalle delle generazioni successive”.

”La fiducia in noi stessi è il solido fondamento su cui possiamo costruire, con spirito di coesione, con senso dello stare insieme di fronte alle difficoltà, nella comunità nazionale come nella famiglia. E allora apriamoci al nuovo anno: facciamone una grande occasione, un grande banco di prova, per il cambiamento e il nuovo balzo in avanti di cui ha bisogno l’Italia”.

”Un impegno di riduzione delle disuguaglianze”. E’ quanto chiede il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano secondo il quale ”per procedere con equità si deve innanzitutto stare attenti a non incidere su già preoccupanti situazioni di povertà” a cui ”sono esposti oggi strati più ampi di famiglie”.

L’Italia deve ”mettere nel mirino” quella che è una ”grande patologia: una massiccia, distorsiva e ingiustificabile evasione fiscale”. Lo dice il Capo dello Stato nel messaggio di fine anno dove chiede che ci si ”debba impegnare a fondo per colpire corruzione ed evasione fiscale”. ”Sapendo – continua – che è un’opera di lunga lena”.

”L’Italia può e deve farcela; la nostra società deve uscirne più severa e più giusta, più dinamica, moralmente e civilmente più viva, più aperta, più coesa”.  Il capo dello Stato ha sottolineato come si debba guardare alle ”grandi prove” che l’Italia ha davanti con la ”consapevolezza” di aver già superato in passato momenti difficili. Ora, ha detto il capo dello Stato, l’Italia deve ”superare i rischi più gravi di crisi finanziaria” e ”reagire alle minacce incombenti di recessione”.

”Occorrono senza ulteriori indugi scelte adeguate e solidali per bloccare le pressioni speculative contro i titoli del debito di singoli paesi come l’Italia, perché il bersaglio è l’Europa, ed europea dev’essere la risposta”.

L’Italia deve ”definire nuove forme di sicurezza sociale che sono state finora trascurate a favore di una copertura pensionistica più alta che in altri paesi”, chiede il Capo dello Stato, auspicando anche un rinnovamento delle politiche del lavoro ”muovendo dall’esigenza pressante di un elevamento della produttività”.

”Uscire dalle difficoltà, in cui non solo noi ci troviamo, è impossibile senza un più coerente sforzo congiunto al livello europeo. E’ comprensibile che anche in Italia si manifesti oggi insoddisfazione per il quadro che presenta l’Europa unita ma ciò non deve mai tradursi in sfiducia verso l’integrazione europea”, aggiunge.

”All’Italia tocca levare la sua voce perché si vada avanti verso una più conseguente integrazione europea, e non indietro verso anacronistiche chiusure e arroganze nazionali. Quel che abbiamo costruito, insieme, tenacemente, è stato decisivo per garantirci sempre di più pace e unità nel nostro continente, progresso in ogni campo, crescente benessere sociale, salvaguardia e affermazione nel mondo dei nostri comuni interessi e valori europei”, aggiunge.