Povia contro profughi e sinistra: “Immigrazia”: “Mentre fissi il lampadario, ti fregano il salario” VIDEO SCANDALO

di redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2017 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Giuseppe Povia con "Immigrazia": "Mentre fissi il lampadario, immigrati ti fregano il salario"

Giuseppe Povia con “Immigrazia”: “Mentre fissi il lampadario, immigrati ti fregano il salario”

MILANO – Giuseppe Povia pubblica un nuovo brano su Facebook col titolo “Immigrazia” che racconta la sua personale visione del fenomeno dell’immigrazione.

Povia nel 206 vinse il Festival di Sanremo con il brano “Vorrei avere il becco”, canzone meglio nota come “La canzone del piccione”. Poi dedicò brani a temi come l’omosessualità e l’eutanasia che fecero discutere. Ora il cantautore milanese, nel suo ultimo brano canta così:

“Un tempo i figli crescevano duri  perché i genitori erano duri, oggi i figli crescono molli perché siamo tutti molli”. E ancora: “Se non vuoi fare quel lavoro, lo fanno loro lo fanno loro. E mentre fissi il lampadario ti fregano il salario”. 

Giuseppe Povia non dà la colpa solo agli immigrati, visto che secondo lui “c’è un disegno molto chiaro: il potere veterano, con la scusa del razzismo, vuole fare fuori l’italiano”.

Ma a chi è dedicato il brano? Povia canta contro quelli che a suo modo di vedere sono “gli italiani alternativi” e dice che “l’immigrazione è una follia voluta da chi vuole che tu vada via”. Sul social, l’autore de “I bambini fanno oh” torna sul tema dibattuto soprattutto da destra della cosiddetta “sostituzione dell’italiano”, che sarebbe “in atto” per poi aggiungere: “Usano immigrati a basso prezzo. Noi italiani scompariremo, storia già vista”.

La seconda parte di “Immigrazia” comincia invece con una critica al politicamente corretto (“Ma se dici queste cose sei soltanto un incivile e sei poco tollerante”) e prosegue chiedendosi “e il governo cosa fa?”

“L’italiano è cotto bene – conclude Povia -, sembra proprio un maccherone. Nel frattempo l’immigrato, mentre tu stai sulla sedia, piano piano lui si insedia”. E, ovviamente “con l’aiuto del governo”, mentre noi litighiamo “lui si prende il nostro posto e ci cambia pure il Padreterno”.