Il palazzo nel ghetto di Genova completamente invaso da ratti VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Agosto 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Il palazzo nel ghetto di Genova completamente invaso da ratti VIDEO

Il palazzo nel ghetto di Genova completamente invaso da ratti VIDEO

GENOVA – A Genova c’è un intero stabile ribattezzato “la fabbrica dei ratti del centro storico”. Si tratta di un palazzo di sei piani abbandonato in vico delle Cavigliere. Jane Rose Speiser, regista italo-americana che da qualche mese vive nel ghetto di Genova che secoli fa ospitò i suoi avi, sta conducendo insieme agli abitanti una battaglia contro questo stabile abbandonato da anni. Insieme a lei ci sonop una ventina di abitanti del quadrilatero irregolare delimitato dalla mitica via del Campo, piazza della Nunziata, via Lomellini e via delle Fontane. Il Comune e il Municipio, al momento non hanno dato risposta.

Pietro Barabino racconta la vicenda del palazzo con un articolo comparso su Repubblica. Lo stesso quotidiano pubblica anche un video.

“Le criticità non sono poche, e il comitato aperto a tutti i 1.200 residenti del quartiere le ha elencate dettagliatamente in un documento inviato a Municipio e Comune, senza ricevere alcuna risposta concreta. “Per quanto riguarda le pantegane, l’ultima stima ne contava 2.000. La percezione è che ce ne siano centinaia, sembra abbiano occupato il palazzo fatiscente all’angolo tra vico Croce Bianca e vico delle Cavigliere, comprese le impalcature che lo avvolgono”.

“Ottimo luogo di ritrovo per i topi di fogna, è anche lo spiazzo tra vico degli Adorno e vico superiore di Santa Sabina: “Lì hanno nascondigli a volontà e otto cassonetti a disposizione per nutrirsi. Molti lanciano i sacchi per non avere contatti con i topi, ma questo aggrava il problema”. Dopo il tramonto, i ratti sono soliti ingaggiare risse e inseguimenti tra i vicoli, incuranti delle esche disseminate per farli fuori e dei balzi di chi se li sente passare sui piedi. Poi c’è il ponteggio abbandonato di vico Croce Bianca: “Da mesi ne chiediamo conto alle istituzioni, ma ci rimbalzano da un ufficio all’altro”.

“Sopra alle assi di legno, ormai marce, si è accumulato un fitto strato di calcinacci e spazzatura, che impedisce l’illuminazione del vicolo e rende l’aria irrespirabile. “Ci hanno riferito che le impalcature non sono a norma, il proprietario sarebbe già stato multato più volte, ma nessuno interviene per mettere in sicurezza lo stabile e smantellare i ponteggi”.

“A pochi metri di distanza, nello spiazzo “senza nome” creatosi in seguito al bombardamento di un palazzo di proprietà della Curia, nel 19 maggio 1944, si può assistere all’accoppiamento selvaggio dei roditori, in un continuo andirivieni dai cassonetti”.

A poco sono servite le derattizzazioni:

“Nonostante la periodica derattizzazione, decine di pantegane di varie dimensioni entrano ed escono dalle numerose fessure presenti nella pavimentazione. “Eravamo riusciti a ottenere l’apertura di un locale dedicato alla raccolta della spazzatura – ricorda Domenico Chionetti della Comunità di San Benedetto, che per anni ha coordinato l’esperienza della Casa di Quartiere GhettUP – ma è stato chiuso per motivazioni di ordine igienico sanitario”.

“Ora è peggio di prima, e la spazzatura a cielo aperto rappresenta un richiamo irresistibile per i ratti. Ma cambiare si può, anche piazza Don Gallo, che ora è un fiore all’occhiello del centro storico, prima era come quella piazzetta recintata e abbandonata”.

“Consapevoli dei passi avanti fatti dagli abitanti del quartiere negli ultimi dieci anni, il comitato accompagna alle critiche alcune proposte per il futuro. “Molti dei problemi esistenti si risolverebbero semplicemente facendo della zona un luogo di passaggio. Il palazzo sfitto potrebbe ospitare nuovi insediamenti abitativi, nello spiazzo abbandonato si potrebbe realizzare un’area verde per i bambini e le famiglie del quartiere, degli sgravi fiscali incentiverebbero l’apertura di attività di artigianato. Infine – aggiunge Andrea Sartini – i tre fondi confiscati alla criminalità organizzata andrebbero immediatamente restituiti alla collettività”.

“Basterebbero volontà politica, determinazione e progettualità – sottolinea Jane Rose Speiser – non ci sembra una richiesta assurda quella di poter andare a buttare la spazzatura senza rischiare di pestare la coda a una pantegana e non dover convivere con gli squittii dei ratti che fanno bisboccia tra i vicoli e nel palazzo a loro disposizione”.