“Io vittima di mio padre, il re dei narcos”: il figlio di Pablo Escobar si racconta in un documentario

Pubblicato il 2 Giugno 2010 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA

Pablo Escobar

Da anni Sebastian Marroquin vive in Argentina. In realtà lui è un cittadino colombiano e figlio di Pablo Escobar, il noto narcotrafficante che ha terrorizzato la Colombia negli anni 80 e che è stato ucciso dalle forze di sicurezza nel 1993.

“Come posso chiedere perdono a una nazione intera senza offenderla? Come posso scusarmi al posto di mio padre? Ogni giorno mi sveglio cercando la pace: dall’odio non verrà fuori nulla di buono, né per noi né per il Paese”. Queste parole sono contenute in una lettera che Sebastian, oggi diventato architetto, ha scritto nel 2008 ai figli di alcune delle vittime illustri di suo padre, chiedendo loro un incontro.

Proprio a questa sua iniziativa, alla sua pervicace volontà di confrontarsi con chi ha subìto la violenza di Pablo, è dedicato un bel documentario, “Sins of my Father” diretto da Nicolas Entel. Che adesso sta per sbarcare in Italia: la sera di giovedì 10 giugno sarà proiettato al Biografilm Festival di Bologna. Kermesse cinematografica specializzata nei film biografici di ogni tipo, e che si svolgerà nel capoluogo emiliano dal 9 al 14 giugno.

Sebastian, dopo la morte del genitore ha deciso di voltare pagina rifiutando il destino di “figlio d’arte” che la vita sembrava avergli dato. Ha tagliato i ponti con la droga ed è emigrato con la madre. Ma non ha dimenticato. Per questo, due anni fa ha scritto la lettera che ha ispirato “Sins of my Father”: