Kirghizistan, rapita per essere sposata contro la sua volontà e uccisa. Proteste e sdegno nel Paese VIDEO

di Caterina Galloni
Pubblicato il 11 Aprile 2021 - 18:00 OLTRE 6 MESI FA
Kirghizistan, rapita per essere sposata contro la sua volontà e uccisa. Proteste e sdegno nel Paese

Kirghizistan, rapita per essere sposata contro la sua volontà e uccisa. Proteste e sdegno nel Paese

A Bishkek, Kirghizistan, una giovane donna che tornava dal lavoro è stata rapita da tre uomini per essere sposata contro la sua volontà e poco dopo è stata trovata morta. Le riprese della telecamera di sorveglianza mostrano Aizada Kanatbekova, 27 anni, circondata da tre uomini che la trattengono e la spingono con la forza su una Honda Civic rossa.

Nel filmato si vede un uomo che trascina Karantbekova dall’altra parte della strada e mentre la giovane lotta per liberarsi, un altro corre verso di lei, la solleva da terra e la spinge dentro l’auto.  

La polizia ha riferito che il corpo di Karantbekova è stato trovato strangolato nel retro dell’auto, fuori dalla capitale, ed è stata rapita per essere unita in matrimonio, un cosiddetto caso di “rapimento della sposa“.  

Trovato morto anche il rapitore e presunto assassino di Kanatbekova, sembra un uomo di 36 anni che secondo la polizia, si sarebbe suicidato, mentre un altro sarebbe stato arrestato.

Kirghizistan, le proteste dopo l’omicidio di Aizada

Il rapimento e la morte di Kanatbekova hanno spinto circa 500 persone a manifestare nella capitale  per chiedere le dimissioni dei capi della polizia. Davanti al ministero degli Interni, i dimostranti hanno mostrato le foto di Kanatbekova e urlavano “vergogna”. La polizia è accusata di non essere intervenuta prontamente, nonostante nel video si vedesse chiaramente la targa della Honda Civic.

Durante la protesta sono apparsi degli striscioni con alcune scritte: “Chi pagherà per l’omicidio di Aizada?” e “Quante di noi devono morire prima che finiscano i rapimenti?”.

Ala Kachuu, il rapimento della sposa in Kirghizistan

Il rapimento della sposa, conosciuto localmente come Ala Kachuu, ha radici nel passato nomade del paese dell’Asia centrale e si è protratto fino all’epoca sovietica, anche se su scala  ridotta.

La pratica prevede che un potenziale sposo porti con la forza una giovane donna o ragazza nella sua abitazione, poi le faccia pressioni affinché accetti il matrimonio scrivendo una lettera di consenso. Ma da quando il Paese nel 1991 ha ottenuto l’indipendenza la pratica è diventata usuale.

Nel 2013, Ala Kachuu è stato dichiarato illegale ma le condanne sono estremamente rare e le donne sono riluttanti a presentare delle denunce a causa di minacce di violenza e stigma culturale.

La giornalista Mahinur Niyazova, vicedirettrice di un sito web d’informazione “24.kg”, era tra i dimostranti davanti al ministero dell’Interno, e ha dichiarato che l’assassinio dimostra che la polizia anziché difendere le donne dalla violenza, ha altre priorità.

Il primo ministro Ulugbek Maripov rivolgendosi ai dimostranti che chiedevano le sue dimissioni, li ha esortati ad “avere pazienza” e promesso che gli uomini coinvolti nel rapimento saranno puniti.

Secondo i dati Onu, in Kirghizistan un matrimonio su cinque viene celebrato dopo il rapimento della sposa.