Mario Monti: “Scendo in campo alle prossime elezioni? Sordo a questa domanda”

Pubblicato il 31 Luglio 2012 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

 

ROMA – La domanda non gli piace: sia per il contenuto sia perché gli è stata posta decine di volte. E allora Mario Monti risponde che è “sordo” non per deficit ma per scelta. Sordo perché come dice il proverbio “non vuol sentire” cosa ne sarà del suo futuro in politica dopo il 2013, quando il suo mandato da premier sarà esaurito e gli italiani, ancora non è dato sapere con quale legge elettorale, torneranno alle urne.

Così, quando durante un’intervista a  Radio Anch’io prima della partenza per il tour europeo che lo porterà a Parigi e a Madrid arriva la domanda sul suo futuro, monti Replica:  “Sto diminuendo coscientemente la mia sensibilità uditiva a questa domanda”.

Monti, invece, non si sottrae alle altre questioni di politica interna. A cominciare dalla legge elettorale a proposito della quale chiede ai partiti di ascoltare l’appello di Giorgio Napolitano e arrivare ad un accordo in tempo utile per “pensionare” il porcellum. Argomento di corredo il solito, i “mercati” che gradirebbero. Perché per Monti fare la legge elettorale significherebbe che i partiti “hanno fatto i compiti a casa”. Mentre il mancato accordo alimenterebbe la percezione di “rissa” che nuoce all’immagine dell’Italia e quindi anche allo spread.

“Lo scenario peggiore, – ha spiegato – quello che voglio esorcizzare, sarebbe quello di elezioni alla scadenza naturale, e quindi non anticipate, ma a cui si arrivasse senza una riforma elettorale e in un clima di disordinata rissa tra i partiti”. Insomma, serve almeno una legge elettorale. Perché, è il mantra di Monti, rassicurerebbe i mercati. O meglio, sarebbe l’assenza di una nuova legge a preoccuparli. Senza riforma, infatti, “i mercati sarebbero legittimati a nutrire scetticismo su quel che succederà dopo questo governo”.

Sul Paese, quindi, anche un po’ di ottimismo: ” Ci stiamo avvicinando alla fine del tunnel”, ha detto Monti.