Monti a Uno Mattina: il Pd “tagli” Vendola e Cgil, Pdl prigioniero delle lobby

Pubblicato il 3 Gennaio 2013 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (Foto Lapresse)

ROMA – Il Pd ha ali “conservatrici”, il Pdl è prigioniero delle lobby. Mario Monti ha iniziato in tutto e per tutto la propria campagna elettorale. Non se la prende più solo con il predecessore e rivale Silvio Berlusconi, ma anche con l’altro sfidante, Pier Luigi Bersani.

Lo conferma Carmelo Lopapa su Repubblica, che scrive di un incontro che avrebbe dovuto esserci tra i due ma saltato dopo gli affondi del professore a Nichi Vendola e Stefano Fassina.

Monti non torna indietro, e a Uno Mattina, su Rai Uno, ribadisce il concetto: “Tagliare le ali è una buona cosa”, ha detto rivolto al segretario del Pd. ”Bersani dovrebbe essere coraggioso e silenziare un po’ la parte conservatrice del partito”, come lui definisce Vendola e la Cgil. E rivolto a Fassina, reo di aver accusato il professore di essere a capo di una “lista Rotary”: ”Io la lista Monti non la conosco ancora e comunque ho sempre combattuto contro le lobby. Suggerisco all’onorevole Fassina di aggiornare un po’ il suo pensiero”. E affonda: “Spero che Bersani convinca ma non vinca”.

Anche in questa nuova partecipazione mediatica, Monti non risparmia il Pdl e lo accusa di estremismo. ”Dal punto di vista economico generale l’onorevole Brunetta sta portando, con l’autorevolezza del professore e di una certa statura accademica, il Pdl su posizioni estreme e settarie”. Il Pdl è accusato anche di essere prigioniero delle lobby: “Dentro il Pdl c’è molta vicinanza agli ordini professionali, come le farmacie”.

Liquidato anche più sbrigativamente Berlusconi: ”Se ritiene che io sia poco credibile vuol dire che per lui sono poco credibile, ma ci sono anche altri giudizi. E questo è il giudizio di una persona che ha dimostrato una certa volatilità di giudizio sulle vicende umane e politiche degli ultimi tempi”.

Il presidente del Consiglio dimissionario rilancia sul nome della lista, “qualcosa tipo ‘Con Monti per l’Italia’”. Spera in “qualcosa di simile ad un governo Monti due “per far vedere che nel mio volto non c’è la cattiveria del tassatore”. E rivendica di aver fatto “delle cose per il bene dell’Italia”.

Il Monti in campagna elettorale parla anche con toni di sinistra, lodando l’attività redistributiva che passa per il fisco, annuncia un taglio delle tasse attraverso la lotta all’evasione e il controllo della spesa (cioè la ben nota spending review). Abbandona definitivamente l’idea di una patrimoniale. E sulla sua decisione di entrare nell’agone politico dice: ”Non avevo nessuna intenzione di continuare un’esperienza politica dopo quella atipica di questo governo e sarebbe stata nella mia natura stare nella mia posizione di senatore a vita, ma mi sono posto un caso di coscienza, sollecitato da tanta gente, che ci ha detto ‘andate avanti. Mi sono chiesto allora se nel mio piccolo potevo contribuire a trasformare l’Italia in un Paese moderno per cercare di portare nella politica quelle energie che ci sono ma che hanno guardato la politica con distanza. Allora ho cercato di scendere dalla mie altezze e salire in politica per fare questo”.