Napoli, arrestati due operatori sanitari per vaccinazioni false: 150 euro e la dose finiva nell’ovatta

Scandalo a Napoli dove due operatori sanitari sono stati arrestati per false vaccinazioni. Infatti, in cambio di 150 euro, versavano la dose del vaccino Moderna nell’ovatta. 

Scandalo a Napoli, false vaccinazioni per 150 euro

Dopo avere fissato l’appuntamento l’infermiere si recava di persona a prelevare il gruppo di no-vax all’uscita dell’hub per condurlo, con la complicità delle guardie giurate, nel suo box dove il siero anti Covid-19 Moderna invece di essere iniettato nel braccio finiva in un batuffolo d’ovatta.

A confermare il grave inganno – costato il carcere a lui e a un operatore socio sanitario suo factotum – sono state le prove inconfutabili ricavate dalle immagini delle telecamere installate dai Nas nell’hub vaccinale della “Fagianeria”, nel Museo di Capodimonte di Napoli.

Video e intercettazioni telefoniche che hanno fornito la conferma della “soffiata” giunta alle orecchie del direttore dell’Asl il quale ha denunciato tutto consentendo ai carabinieri di incastrare senza ombra di dubbio i due sanitari infedeli suoi dipendenti (entrambi dell’ospedale San Giovanni Bosco).

Si tratta di un uomo di 40 anni, e di un uomo di 55 anni, (ma sono 39 gli indagati, tra falsi vaccinati provenienti anche da fuori regione e colleghi dei due), ora accusati dalla Procura di Napoli (il sostituto procuratore Henry John Woodcock) di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, peculato e falso in atto pubblico.

Gli operati sanitari arrestati incassavano 150 euro per ogni vaccinazione falsa

Reati contestati per condotte concretizzatesi tra il 7 novembre 2021 e il 10 gennaio scorso. Per ogni inoculazione simulata (anche a minori e loro genitori) intascavano e poi si dividevano 150 euro.

I “clienti”, si è appreso, avevano ottenuto i loro contatti con il passaparola. Come è noto a Napoli non c’è più bisogno di prenotazione per vaccinarsi.

Così i pazienti, in accordo con questi operatori sanitari, si recavano all’hub e ne uscivano senza vaccino ma con il green pass. All’operatore socio-sanitario si sono rivolti anche dipendenti ministeriali che così si assicuravano il certificato senza essersi vaccinati, in spregio all’obbligo istituito dal governo nazionale.

Per un terzo procacciatore, pure individuato, il giudice non ha ritenuto di dover emettere un provvedimento. In un’ intercettazione l’operatore sanitario arrestato  parla con un collega che non si vuole vaccinare: “Lo somministri tu il vaccino?”; l’infermiere risponde: “ehm, dì, che ti serve?”; collega: “Non lo voglio essere somministrato”; infermiere: “…e ti faccio la cortesia, non ti preoccupare, vieni domani…ti dò una mano…”; collega: “…un’altra cosa…”; infermiere: “…oooh… niente più? Tu devi pagare soltanto…mi devi dare i soldi…”.

Secondo quanto accertato finora dagli investigatori, sono oltre una trentina, in tutto, quelli che hanno pagato i due indagati per avvalersi dei loro servigi esponendo però se stessi e gli altri agli effetti deleteri del virus.

Tra i “clienti” dell’infermiere e dell’operatore socio sanitario, quasi la metà, 14 in tutto, sono risultate persone contrarie alla vaccinazione anche originari di altre province, appartenenti al mondo sanitario, a quello della scuola e non solo: insegnanti, assistenti tecnico-amministrativi, qualche dipendente pubblico e professionisti ai quali i certificati sono stati revocati (video YouTube).  

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