Parmigiano Reggiano, polemiche social contro lo spot: “Lavorare 365 giorni l’anno ed essere pure felici” VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2021 - 18:54 OLTRE 6 MESI FA
spot parmigiano

Parmigiano Reggiano, polemiche social contro lo spot: “Lavorare 365 giorni l’anno ed essere pure felici”

“Nel Parmigiano Reggiano c’è solo latte, sale e caglio. Nient’altro. Nel siero ci sono i batteri lattici. L’unico additivo è Renatino, che lavora qui da quando aveva 18 anni, tutti i giorni. 365 giorni l’anno”. E ancora: “Ma davvero lavori 365 giorni l’anno e sei felice?” chiede stupita una ragazza e ‘Renatino’ risponde: “Sì”.

“Lavorare 365 giorni l’anno ed essere pure felici”: polemiche social contro Parmiggiano Reggiano 

Trenta secondi di spot, diretto dal regista Paolo Genovese, sono bastati a scatenare una bufera sui social, dove molti utenti accusano Parmigiano Reggiano di sfruttare i lavoratori. Lavorare 365 giorni l’anno ed essere pure felici. Il protagonista dello spot è ‘Renatino’ che viene esaltato per la sua dedizione al lavoro all’interno degli impianti che producono il Parmigiano Reggiano.

Stefano Fresi: “E’ finzione, non lotta di classe”

Nello spot appare anche l’attore Stefano Fresi, che spiega il lavoro di Renatino e lo presenta ad un gruppo di giovani che rimangono estasiati dalla dedizione al lavoro di “Renatino”. Fresi, su Instagram, ha pubblicato un lungo video messaggio per rispondere, “alla quantità di messaggi e insulti” che gli sono arrivati dopo la messa in onda dello spot.

“E’ una pubblicità, un’opera di finzione – dice Fresi – e quando ‘Renatino’, che non si chiama così nella vita, racconta di essere felice di non andare a Parigi e di non vedere mai il mare perché lavora 365 giorni al Parmigiano Reggiano, è una cosa che serve allo sceneggiatore per magnificare il prodotto”.

Quindi, si chiede Fresi, “perché reagire in questo modo ad una opera di finzione? Si può dire che è brutta, che è bella, ma non farne una lotta di classe, di politica, di diritto del lavoro, di sfruttamento dei lavoratori, perché non è un documentario, è una finzione. E’ una pubblicità che deve vendere un prodotto, tutto qua. Non credo siano stati fatti dei torti ai lavoratori facendo questo spot pubblicitario”, conclude l’attore.