Salva bimbo da squalo in Australia, era in malattia in Gran Bretagna: licenziato

Pubblicato il 14 Marzo 2013 - 13:58| Aggiornato il 3 Ottobre 2022 OLTRE 6 MESI FA

SYDNEY – Ha salvato dei bambini dall’attacco da uno squalo a Brisbane, in Australia. Eroe per la spiaggia, assenteista per il suo capo che l’ha licenziato. Paul Marshallsea, britannico di 62 anni, era in malattia per “stress”. Mentre tutti lo celebravano per il gesto eroico, il suo boss da Merthyr Tydfil, nel sud del Galles, ha visto il video e l’ha licenziato per “rottura del rapporto confidenziale”. Licenziata anche la moglie che lavorava con lui presso la Ong inglese: anche lei era in mutua ed in vacanza in Australia.

La storia di Marshallsea inizia quando nella spiaggia di Brisbane vede il pericoloso squalo di 2 metri spingersi a riva avvicinarsi ad un ragazzino su un canotto. L’uomo, che nel web viene definito come il “nonno wrestler“, affronta lo squalo a mani nude. Il video del salvataggio si diffonde tra telegiornali e YouTube. Ma il video arriva agli occhi del capo di Marshallsea, che lo credeva insieme alla moglie a casa malati, ma soprattutto in Gran Bretagna.

Il capo della Ong che si occupa di infanzia, la Pant and Dowlays Boys and Girls Club, allora non ha avuto dubbi ed ha inviato alla coppia una lettera di licenziamento. La causa è “rottura del rapporto confidenziale“. A nulla sono servite le spiegazioni di Marshallsea e la moglie sul fatto che la vacanza fosse stata suggerita dai medici per riprendersi dallo stress che li aveva costretti lontani dal lavoro.

Ai giornali Marshallsea si è definito “disgustato” da come è stato trattato ed ha dichiarato: “Se non avessi salvato quel bambino ora io e mia moglie avremmo ancora il posto. Dove trovo alla mia età un lavoro?”.