Penisola sorrentina, il mare “nero” invaso dai liquami nel golfo di Pecuriello

Pubblicato il 23 Novembre 2009 - 20:25 OLTRE 6 MESI FA

Il mare di Sorrento è nero, prima l’acqua del golfo di Pecuriello, nel comune di S. Agnello, era cristallina. Ora in quel lembo di costa ci sono gli scarichi della fogna, liquami puzzolenti, arrivati attraverso un passaggio dietro via dei Pini.

Quella baia da sogno ora è  sfregiata, è marrone, invasa, inquinata. Il WWF, grazie alla collaborazione della gente, ha segnalato lo sfregio: «Siamo stati allertati dai cittadini in mattinata e ci siamo recati sul posto a mezzogiorno convinti di trovarci già l’esercito ma, a parte i turisti affacciati ad osservare il deplorevole spettacolo, di forze dell’ordine nemmeno l’ombra – dichiara Claudio d’Esposito presidente del WWF Penisola Sorrentina – solo un’autovettura della GORI di passaggio alle 12.30 che, fermata la macchina, si affacciava ad osservare e fotografare la situazione per poi ripartire. Dal belvedere dei Cappuccini, di fronte all’Hotel Villa Garden, abbiamo osservato una vasta chiazza di colore marrone scuro dal tipico odore fognario che si allargava in mare in direzione Sorrento. Immediatamente abbiamo dato l’allarme e sono sopraggiunti i Carabinieri e il Comandante di Stazione di Sorrento e, successivamente il Comandante della Capitaneria di Porto di Sorrento e un vigile di S.Agnello. Poi ci siamo inoltrati armati di macchina fotografica e telecamera lungo la ripida scalinata, giù nella forra fino alla spiaggetta».

Grazie a un video messo su YouTube e diviso in tre parti le immagini dello scempio ambientale hanno fatto il giro della rete. Sulla spiaggia ci sono rifiuti di ogni genere: plastica, copertoni, carcasse di animali.

«Checchè ne pensino numerosi amministratori locali i quali, il più delle volte, con una politica negazionista hanno convenienza a liquidare chi denuncia tali scempi come terroristi dell’Ambiente – afferma Claudio d’Esposito – che gettano fango sull’immagine da cartolina della Penisola danneggiandone l’indotto turistico, non accorgendosi, però, che continuando a non affrontare il problema tra breve, oltre al mare, si rischia di trovare l’intera economia immersa nel fango»