Ronnie Biggs, il funerale a Londra di uno dei criminali più famosi del ‘900

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Gennaio 2014 - 18:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gangsters e criminali, pittoreschi motociclisti, una corona floreale con la forma di due dita alzate in segno di vittoria. Il funerale di Ronnie Biggs, celebrato a Londra il 3 gennaio, è stato un evento pittoresco.

Biggs è stato uno degli autori di uno dei crimini più famosi del Novecento. E’ morto da uomo libero, dopo una vita passata a sfuggire con successo alle forze di polizia di mezzo mondo. Il suo nome e quello di Bruce Reynolds resteranno indelebili nell’immaginario criminale, in libri, film e documentari.

Erano le 3 di mattina dell’8 agosto 1963 quando un treno postale in viaggio da Glasgow a Londra fu fermato da un semaforo rosso in una zona di campagna a Cheddington, nel Buckinghamshire, ad una sessantina di chilometri dalla capitale. In pochi secondi dal buio spuntarono 15 uomini mascherati che salirono a bordo. Il macchinista fu atterrato con un colpo di sbarra di ferro alla testa e poi legato insieme al meccanico. Da quella volta l’uomo non riuscì più a riprendersi e morì nel 1970.

I rapinatori in 28 minuti si impossessarono di denaro e valori per 2,6 milioni di sterline. Un bottino eccezionale per l’epoca, che adesso varrebbe circa 47 milioni di euro. Sembrava il colpo perfetto, ma commisero un errore. Fu proprio Biggs a lasciare un’impronta digitale su una bottiglia di ketchup nella fattoria vicina dove si erano fermati per spartirsi il bottino, che li incastrò.

In meno di sei mesi i rapinatori finirono in manette, tranne due che furono arrestati successivamente. Processato all’inizio del 1964 Biggs fu condannato a 30 anni, ma 15 mesi dopo riuscì a fuggire dal carcere e cominciò una grande avventura attraverso tre continenti. La sua latitanza non fu affatto segreta: a lungo sfidò Scotland Yard con interviste ai media del Regno Unito e perfino con una canzone registrata nel 1978 in Brasile coi Sex Pistols, dal titolo emblematico ‘No one is Innocent’.

Nel 2001, ormai malato, decise di consegnarsi alle autorità britanniche: non aveva più un soldo e non sapeva come curarsi. Venne incarcerato e dopo alcuni ictus e altri problemi di salute venne liberato nel 2009. L’ultima volta che è stato visto in pubblico, fragile e sulla sedia a rotelle ma con ancora la forza di fare gestacci alla stampa, è stato lo scorso marzo al funerale di Reynolds.

“Deve essere ricordato come uno dei grandi personaggi degli ultimi 50 anni”, ha detto Christopher Pickard, ‘ghost writer’ dell’autobiografia del rapinatore. Per altri invece, come Anthony Delano, che ha scritto un libro su Biggs, “era un criminale di basso livello, che non aveva alcun forma di compassione”. Biggs non si è mai pentito di quanto fatto e in una intervista ha detto: “La rapina mi ha dato il mio posto nella storia”.