Rosy Mauro non molla, ma la Lega fa pressing: “Si deve dimettere”

Pubblicato il 10 Aprile 2012 - 19:14| Aggiornato il 11 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

Rosy Mauro (Lapresse)

ROMA – “Non vedo perchè dovrei dimettermi”. Rosy Mauro, a “Porta a Porta”, spiega che non ha alcuna intenzione di lasciare la poltrona di vicepresidente al Senato. A chiedere le dimissioni della Mauro è stato lo stesso triumvirato leghista: ”Il comitato della Lega composto da Maroni, dalla Dal Lago e dal sottoscritto le ha ufficialmente sollecitato oggi le dimissioni. In assenza di un seguito all’invito fattole il movimento dovrà assumere decisioni nei suoi confronti. Mi auguro che anche in extremis Rosy prenda la decisione più saggia e non si debba arrivare a provvedimenti del genere”, ha detto all’Ansa Roberto Calderoli. Altre le espulsioni richieste: qui la lista. Nel pomeriggio di martedì le agenzie avevano battuto di possibili dimissioni in serata, ma stando alle parole della Mauro, tutto sembra annullato. Le prime voci hanno iniziato a circolare attorno alle 15 di martedì: i dispacci di agenzia parlano di passo indietro imminente, dimissioni nel giro di qualche ora. Non frutto di un raptus improvviso, quindi, ma scelta meditata nel lungo week end pasquale visto che, secondo l’Ansa, esisterebbe anche una lettera già bella che pronta con destinatario il presidente del Senato Renato Schifani. Tutto, insomma, sembrava scontato: dopo Francesco Belsito, Umberto e Renzo Bossi, “anche Rosy Mauro deve lasciare”. Così non è stato e così, e almeno per ora non sarà.

A Porta a Porta Rosy Mauro dice: “Innanzitutto voglio spiegare come stanno le cose e dire la verità, e poi vedremo”. “In questi giorni – ha proseguito – mi sono accorta del potere che ha l’informazione e ho il diritto di difendermi. Lo farò parlando in Aula in Senato. Non ho nulla da nascondere e ho tutte le prove per rispondere alle accuse”.

Rispondendo poi a una delle principali contestazioni ha sostenuto: “A Rosy Mauro la Lega non ha mai dato un euro. Ma c’è la donazione del partito al Sindacato padano. Tutto è tracciabile dai bonifici. Ci sono estratti conto del sindacato con la mia firma, e si può verificare ciò che si vuole. Io non ho mai preso un euro. Il partito era assolutamente informato delle donazioni al sindacato. Tutti lo sapevano, anche Bossi, perché non c’era niente di illegale”. A proposito della intercettazione in cui si parla di dare ”29 mila franchi alla Nera”, Rosy Mauro ha detto che non si tratta di lei. ”La Nera – ha aggiunto – altro non è che l’infermiera svizzera che segue Umberto Bossi da quando è stato in clinica. E’ facile verificarlo. Erano indietro con i pagamenti verso di lei”.

“Non è vero niente”. Rosy Mauro ha quindi smentito l’accusa di aver preso una laurea all’estero a spese della Lega Nord. ”Io ero asina a scuola, non mi ha mai neppure sfiorato l’idea di iscrivermi ad una università in Svizzera o altrove. Posso escluderlo anche per il mio caposcorta, Paolo Moscagiuri”. ”E’ un attacco mediatico senza precedenti contro di me. Un attacco anche alla mia vita privata assurdo e inconcepibile”. ”Per la prima volta ho detto no a Bossi”, ha detto ancora Rosy Mauro quando le hanno chiesto se anche il senatur le avesse chiesto di dimettersi. ”Prima voglio difendermi. Sono stufa di assistere in questo paese al fatto che uno viene insultato e si deve dimettere e poi salta fuori la verità. Io faccio a modo mio”.

Le lacrime di Rosi Mauro a “Porta a Porta” (Foto LaPresse)