Tromba d’aria a Porto Cesareo: il pontile sradicato dal vento e dal mare in burrasca FOTO-VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Novembre 2019 - 14:42 OLTRE 6 MESI FA
Tromba d'aria a Porto Cesareo: il pontile sradicato dal vento e dal mare in burrasca 05

Le imbarcazioni trascinate e distrutte dalla violenta tromba d’aria che si è abbattuta su Porto Cesareo

LECCE – Violenta tromba d’aria su Porto Cesareo, in Salento. Mentre il mondo resta attonito a guardare Venezia sommersa dall’acqua, il maltempo continua a colpire con la sua furia anche il resto d’Italia. A Porco Cesareo si registrano danni gravi al porto turistico di Ponente e crolli della parte alta di un pontile in muratura e di muretti di recinzione. Un pontile della darsena, lungo 60 metri, è stato sollevato e trascinato via dal vento e dal mare in burrasca e ha portato con sé tutte le barche ormeggiate. Attualmente vi sono centinaia di barche ammassate: alcune sul molo, altre sono finite nell’area giochi situata a circa 300 metri di distanza. 

I danni più gravi li hanno subiti le barche dei pescatori, molte delle quali erano ormeggiate al pontile sradicato dalla forza del mare e del vento. La frazione di Torre Lapillo è isolata perché allagata. Qui vi sono stati numerosi cedimenti di strutture murarie ed è crollata la parte alta del pontile in muratura che collega Porto Cesareo all’hotel Lo Scoglio situato su un isolotto e collegato da un pontile alla terraferma. 

Per il sindaco, Salvatore Albano, la violenta tromba d’aria ha messo la città “in ginocchio”. La frazione di “Torre Lapillo – spiega – è sommersa dal mare, le strade sono coperte da spazzatura e detriti, la situazione è tragica. Eravamo in allerta, ma non ci aspettavamo una situazione del genere. Chiederemo lo stato di calamità naturale, i danni ammontano a centinaia di migliaia di euro”. 

Trombe d’aria più estreme come quella di oggi sono fenomeni meteo più esplosivi anche a causa dei cambiamenti climatici, fermo restando che le trombe d’aria non sono eventi eccezionali in Italia, spiega Bernardo Gozzini climatologo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr).

“Queste situazioni meteo – ha spiegato Gozzini- sono abbastanza normali in autunno, ma il cambiamento climatico può farle diventare più esplosive perché influisce sui meccanismi alla base della loro formazione, in pratica incrementa le differenze di temperature tra quota e suolo e le differenze di pressione”.

La situazione meteorologica in questi ultimi due giorni sulla nostra Penisola, ha proseguito, “è dovuta alla bassa pressione che ha raggiunto valori molto bassi, dando origine a forti venti con raffiche paragonabili a quelle di un uragano. I venti infatti hanno superato i 180 km orari in alcune zone come Novara di Sicilia e hanno raggiunto 119 km orari a Gallipoli”.

Quando ci sono situazioni di questo genere, ossia differenze di pressione, differenze di temperatura in quota (20 gradi sotto lo zero a 6.000 metri e 8-10 gradi al suolo), sommate al mare caldo che crea più evaporazione immettendo energia nel sistema, ha concluso Gozzini, possono verificarsi fenomeni molto localizzati ma molto forti come violente trombe d’aria e anche piogge intense. 

Fonte: Ansa

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