Turchia: vergogna a Istanbul, botte al derby di basket in carrozzina

Pubblicato il 11 Dicembre 2012 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

ISTANBUL – Per le loro botte da ultras sono arrivati fino al basket in carrozzina, visto che, negli stadi non li fanno più entrare La vergogna, con protagonisti gruppi di tifosi del Besiktas e del Galatasataray è successa a a Istanbul, dove lunedì 10 dicembre la polizia ha effettuato 10 arresti nell’ambito dell’inchiesta sugli incidenti di domenica quando gli hooligans delle due squadre, approfittando del derby del basket paralimpico (Besiktas e Galatasaray sono due polisportive e hanno squadre anche in questa disciplina) prima hanno ritardato di 30 minuti l’inizio del confronto invadendo il campo, poi si sono scontrati a colpi di cinghia e facendo uso degli estintori trovati nell’impianto.

Sono ‘volate’ da una parte e dall’altra anche alcune sedie a rotelle, poi risultate distrutte. Anche alcuni atleti sono rimasti feriti. Tutto ciò è successo a match in corso, provocandone l’interruzione nel corso del secondo quarto. Per riportare l’ordine gli agenti delle forze dell’ordine presenti hanno dovuto fare ricorso ai gas lacrimogeni e la partita è stata definitivamente sospesa.

La rivalità tra Besiktas e Galatasaray è, a dir poco, acerrima e visto che ora, per evitare incidenti, nei derby di Istanbul (compresi quelli contro il Fenerbahce) di calcio e basket è vietata la presenza dei tifosi ospiti, i teppisti della capitale turca hanno dovuto trovare ‘campi di battaglia’ alternativi, e ieri hanno scelto la Ahmet Comert Sports Hall, ovvero l’arena dove si giocava la pallacanestro in carrozzina. Ora e’ probabile che a Istanbul il ‘bando’ venga esteso a tutti alle stracittadine di tutti gli sport.

”Si doveva impedire l’ingresso ai supporter del Besiktas – ha commentato il tecnico del Galatasaray basket in carrozzina, Sedat Incescu -. Chi pagherà per tutte le cose andate distrutte e per gli atleti rimasti feriti? Se ora gli hooligans arrivano anche nelle discipline paralimpiche, non ho più niente da dire, e’ veramente finita. In questo paese lo sport è morto”.