Usa, sparatoria a base militare Fort Hood: 4 morti. Killer: trauma post-bellico?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2014 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA
Usa, sparatoria a base militare Fort Hood: 4 morti. Killer: trauma post-bellico?

La base militare di Fort Hood

FORT HOOD (USA) – Sparatoria alla base militare di Fort Hood, in Texas, Stati Uniti. Mercoledì 2 aprile, alle 16 (ora locale), un soldato, Ivan Lopez, 34 anni, ha aperto il fuoco contro alcuni commilitoni, ammazzandone tre e ferendone 16. Intercettato da una poliziotta, si è suicidato. A quel punto è scattato l’allarme: a tutti è stato ordinato di restare “al coperto”, perché era stato segnalato un “secondo sparatore”. Falso allarme, ma che ha fatto restare la base in questo stato fino alle 21 ora locale.

L’Fbi esclude che si tratti di un attentato terroristico: secondo le prime ipotesi si sarebbe trattato di una lite tra militari poi degenerata. Gli spari sarebbero partiti dall‘area dell’ospedale della cittadella militare, circa 10 o 20 colpi, secondo i racconti di alcuni testimoni, provenienti dalla zona dove si trova una piscina adibita alla riabilitazione motoria.

Solo pochi giorni fa la giornalista di FoxNews Jana Winter aveva riferito che l’Fbi era alla caccia di una recluta dell’esercito che stava pianificando un attentato ai danni di soldati americani, di matrice jihadista, ispirato alla strage compiuta anni fa proprio a Fort Hood. Ma a quanto pare, dalle prime ricostruzioni, non ci sarebbe relazione tra l’allerta Fbi e la sparatoria di mercoledì.

BARACK OBAMA: “CUORE SPEZZATO” – Il presidente americano, Barack Obama, è stato subito informato dell’accaduto e, durante una cena di raccolta fondi a Chicago, ha espresso il suo dolore, ricordando la strage del 2009: ”Abbiamo tutti il cuore spezzato per aver vissuto di nuovo una storia simile. Stiamo seguendo ogni sviluppo. La situazione è fluida in questo momento, voglio solo assicurare tutti che stiamo facendo di tutto per andare a fondo e capire cosa è successo”. Anche il capo del Pentagono, Chuck Hagel, ha parlato di ”un’orrenda tragedia”. E ha aggiunto: “Quando succedono queste cose in una base vuol dire anche che c’è stato qualche errore da parte nostra”.

IL KILLER – Sposato, in servizio per quattro mesi in Iraq nel 2011, Lopez soffriva di depressione e di ansia. Era stato sottoposto a diversi esami per capire se soffrisse anche di stress post-bellico, ma i test non erano ancora stati completati. Lopez aveva acquistato di recente la pistola, una calibro 45, ma non l’aveva registrata agli uffici della base.

LA BASE DI FORT HOOD – Quella di Fort Hood è la più grande base militare al mondo: al massimo della capienza arriva ad ospitare fino a 50mila soldati. Una vera e propria città, con negozi, scuole e servizi. Molti militari, infatti, vivono lì con le proprie famiglie. Nel suo grande ospedale vengono curati i veterani con ferite da combattimento e problemi psichiatrici. La base si trova in Texas, uno degli Stati americani con la maggiore concentrazione di armi private del Paese. Già nel 2009 fu teatro di un’altra strage simile a quella del 2 aprile. In quell’episodio morirono 13 persone. 

IL PRECEDENTE – Il 5 novembre del 2009 un maggiore dell’esercito, Nidal Malik Hasan, uccise 13 persone e ne ferì altre 30. Hasan, dopo essere stato colpito, rimase paralizzato, e poi venne ucciso dal boia nel 2013. Molti americani stanno attaccando Obama per ”non aver imparato la lezione del 2009”. Su Facebook e su Twitter monta la protesta tantissimi contro la regola ancora in vigore secondo cui le basi militari devono essere zone ‘free gun’ senza armi. Molti sono convinti che sarebbe bastato che una delle vittime di oggi avesse avuto una pistola per evitare un’altra strage, dopo quella del 2009. ”Il comando ci ha chiesto di stare al riparo, ha protestato un militare, mentre sarebbe stato meglio affrontare lo sparatore subito, prima che potesse compiere il massacro”.