Usa, il candidato Herman Cain canta “Imagine” in versione “pizza”

Pubblicato il 19 Ottobre 2011 - 16:28 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Continua a sorprendere ma non convince Herman Cain, l’ex magnate della pizza, l’uomo nuovo della politica americana, un afro-americano come l’attuale inquilino della Casa Bianca, Barack Obama.

Secondo gli ultimi sondaggi pubblicati prima del dibattito in calendario tra i candidati repubblicani, se si votasse oggi, Cain batterebbe perfino Obama 43 a 41. Tuttavia, ancora in pochi credono in lui. E s’insinua il dubbio che il candidato sia più interessato a fare soldi che a correre veramente per la Casa Bianca. Politico.com esprime questo scetticismo, titolando in modo chiaro: ”Herman Cain: è uno serio?”.

Domanda più che legittima, tenuto conto delle sue ultime uscite, quanto meno disarmanti. Da ore Cain è la stella del web. In tantissimi stanno cliccando un esilarante video girato qualche anno fà in cui si vede Cain, all’epoca capo della ‘Godfather Pizza’, cantare a una convention aziendale, in tunica bianca, una sorta di parodia di ‘Imagine’, dal titolo che è tutto un programma: ‘Imagine, there’s no pizza…”, (”immagina che la pizza sia finita”).

Ma a parte il web, sono le sue affermazioni che stanno mettendo in imbarazzo i vertici del Grand Old Party (Gop) il partito repubblicano. In una recente intervista tv, ‘Herminator’, come lo hanno ribattezzato i media, ha regalato al pubblico l’ennesima chicca. L’intervistatore gli ha chiesto se in politica estera si rifa’ al movimento neo-con, la corrente di pensiero che ha contribuito alle scelte degli Usa sotto i due mandati presidenziali di George W. Bush. ”Non conosco molto bene il movimento neoconservatore”, ha risposto candidamente.

Poi, la perla finale: ”Sottoscrivo in pieno la saggezza e la visione del mondo di Henry Kissinger e John Bolton”. Peccato per lui che l’ex segretario di stato degli anni 70 e l’ex ambasciatore Usa all’Onu, un falco vicino ai neo-con, abbiano avuto linee diammetralmente opposte, come fa notare Reid J. Epstein, di Politico.com.

Anche le sue recenti uscite sull’immigrazione, la sua proposta di cavi ad alta tensione per fermare i clandestini, la dicono lunga sulla sua capacità di fare strada, visto che senza il voto dei ‘Latinos’ nessun candidato va da nessuna parte. Per non parlare della sua agenda fiscale, con l’ormai famoso 9-9-9: un’aliquota del 9 per cento sui redditi, una tassa del 9 per cento sui consumi, un’imposta del 9% sulle imprese. Infine, anche la sua agenda sembra confermare che, come dicono in molti, il candidato sia più interessato a un contratto da opinionista per la Fox, che alla corsa presidenziale.

Negli ultimi tempi, tutti i candidati repubblicani stanno battendo a tappeto, cittadina dopo cittadina, i primi Stati in cui si votano le primarie, quelli in cui, a partire da gennaio, si deciderà il loro futuro. Cain, invece, non ha quasi mai messo piede in Iowa, New Hampshire e South Carolina. Ai comizi nei cosiddetti ‘early states’, la nuova star Gop ha preferito le comparsate negli studi televisivi, e i tour per pubblicizzare il suo pamphlet. Per ora, anche grazie alla potenza comunicativa del suo piano fiscale basato sulla formula magica 9-9-9, le cose gli sono andate bene. Aver ammesso la suo totale estraneità  al principio del ‘politically correct’ lo ha fatto salire nei sondaggi.

Si vedrà se tutto ciò gli basterà ad andare avanti. Quello che è sicuro èche gli altri candidati populisti, da Rick Perry a Michelle Bachmann faranno di tutto per attaccarlo, prima possibile. E a quel punto, il pizzaiolo nero della Georgia dovrà dimostrare che è un nome credibile su cui puntare, e non l’ennesima meteora di un campo repubblicano che sinora ha bruciato tutti i suoi candidati nel giro di poche settimane