VIDEO YOUTUBE Dismaland, parco Bansky ai migranti di Calais

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2015 - 08:27 OLTRE 6 MESI FA
VIDEO YOUTUBE Dismaland, parco Bansky ai migranti di Calais

Dismaland, parco Bansky ai migranti di Calais (foto Ansa)

CALAIS – Il “parco triste” di Bansky rifugio per i profughi: Dismaland, il parco inventato in Inghilterra dall’artista da strada, in cui il mondo d’evasione delle fiabe collide violentemente con il mondo reale, è stato chiuso e smantellato. Ma la sua “anima” rivivrà fra i circa 5.000 profughi disperati accampati nel limbo di Calais, dove le strutture che hanno dato vita all’installazione, a partire dal tetro e volutamente non finito Castello di Cenerentola, saranno riutilizzate per costruire rifugi per i migranti in attesa dell’occasione propizia per imbarcarsi verso la Gran Bretagna.

Lapidario l’annuncio sul sito dell’installazione: “Tutto il legname e i fissaggi di Dismaland vengono inviati al campo rifugiati ‘giungla’ presso Calais per costruire rifugi”. E poi, con un sarcasmo coerente con lo spirito della “contro-fiaba” di Dismaland, la postilla: “Non saranno disponibili ticket online”.

Un finale preceduto da un happening musicale a cui hanno partecipato anche le russe Pussy Riot con uno show-provocazione in una gabbia, e Damon Albarn. Un finale nello spirito di denuncia sociale e ‘sporca’ dell’arte da strada che ha animato l’installazione che, pur avendo aperto solo il 22 agosto e pur non essendo esattamente sulle rotte turistiche, ha accolto ben 150mila visitatori, facendo fruttare ben 20 milioni di sterline di indotto alla malinconica cittadina marittima di Weston-super-Mare, nel Somerset, sud-ovest dell’Inghilterra.

Tutto questo pur avendo mantenuto un prezzo “popolare” di sole tre sterline per l’ingresso. Dismaland ovviamente fa il verso a Disneyland, sostituendo il nome del creatore di cartoni animati con la parola “dismal” (cupo, triste) in cui “amusement park” (parco divertimenti) è sostituito da “bemusement park” (parco del disorientamento) e con l’avvertimento “per famiglie ma inadatto ai bambini”.

E’ sorto nei pochi ettari dell’ex stabilimento balneare abbandonato ‘Tropicana‘, malinconicamente chiuso nel 2000 per mancanza di clienti e lasciato in stato di abbandono con strutture di cemento che si sbriciolano sotto il cielo grigio del canale di Bristol. Le sculture e le strutture sono sorte fra le rovine, in uno squallido sterrato: centrale il Castello di Cenerentola, che scimmiotta quello disneyano, lasciato incompleto e con davanti una pozzanghera di acqua fangosa dove c’era la piscina del Tropicana su cui siede una Sirenetta deformata.

E oltre ai lavori dello stesso Banksy – uno dei più quotati artisti di strada al mondo, entrato oramai stabilmente nei manuali d’arte, che come molti altri “graffitari” cerca di tenere celata la propria identità – hanno partecipato molti membri del gotha della controcultura artistica contemporanea, come Damien Hirst, e famosi artisti ‘underground’ come Jenny Holzer e Jimmy Cauty. Le inquietanti ‘attrazioni’ all’interno comprendono un autoscontro da luna park in cui la morte è alla guida di una piccola vettura al centro della pista, ma anche molte “denunce” delle emergenze del nostro tempo: c’è una vasca con piccole barche che trasportano migranti davanti alle bianche scogliere di Dover.

Anche Cenerentola non è stata risparmiata e subisce una tragica sorte che ricorda quella della principessa Diana: giace infatti morta accanto alla sua carrozza incantata rovesciata e semidistrutta, i cavalli stramazzati a terra, con i paparazzi accorsi per gli scatti: una delle opere clou, dello stesso Banksy.