VIDEO YouTube: Pedrinhas di São Luís, il carcere più violento del mondo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Febbraio 2015 - 14:31 OLTRE 6 MESI FA
Pedrinhas di São Luís, il carcere più violento del mondo

Pedrinhas di São Luís, il carcere più violento del mondo

SAO LUIS (BRASILE) – Queste immagini amatoriali sono state girate all’interno del carcere di Pedrinhas di São Luís, nello stato brasiliano di Maranhão. Secondo quanto raccontano i siti brasiliani e mondiali, si tratta del carcere più violento del mondo. Lo documentano gli scontri che sono all’ordine del giorno insieme alle uccisioni e ai tafferugli, mostrati anche dal video amatoriale postato su YouTube e pubblicato in questo articolo. La struttura penale è controllata da diverse bande. Come racconta Dagospia citando un articolo del Daily Mail

“Almeno 75 detenuti dal 2013 sono morti nel complesso della “Pedrinhas” di Sao Luis. I tumulti di quell’anno terminarono con almeno 13 morti. Durante un altro scontro fra fazioni rivali furono decapitate tre persone, le teste esibite come trofei. Le detenute possono tenere i bambini nel penitenziario  La polizia è pesantemente armata, in assetto da guerra, e pattuglia il complesso. Le telecamere a circuito interno tengono d’occhio i settori. La violenza sembra essere diminuita con la nuova amministrazione, che ha evitato di mettere negli stessi spazi esponenti di gang rivali. Non sono avvenuti omicidi tra prigionieri, negli ultimi quattro mesi”.

“Nelle prigioni brasiliane il problema principale è il sovraffollamento. Il numero dei detenuti negli ultimi 20 anni è quadruplicato. Sono in 500.000 dietro le sbarre, la quarta popolazione carceraria al mondo, dopo Russia, Stati Uniti e Cina. I motivi di una simile crescita sono legati agli arresti per droga, alla mancanza di assistenza legale e alla mancanza di volontà di creare nuovi spazi per la detenzione. Alcuni detenuti hanno privilegi. E’ concesso loro dipingere e i quadri finiscono esposti nei corridori del penitenziario. Sono molte le donne incinta, e possono tenere i figli dietro le sbarre. Donne e uomini sono in settori separati, ma la vigilanza non sempre riesce a evitare contatti fra loro”.