VIDEO YouTube – Ultras, tifoserie più violente Europa

di redazione blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2015 - 16:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Una rassegna sugli ultras più violenti e pericolosi d’Europa in un articolo de Il Corriere dello Sport a firma di Stefano Piccheri.

Il caso dei tifosi neri della Dinamo Kiev cacciati dagli spalti dai loro colleghi bianchi, perché non degni di tifare la stessa squadra e nello stesso settore, scuote ora le coscienze dei piani alti dell’Uefa, distratta dagli scandali dei suoi vertici, ma che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per razzismo. È accaduto martedì nello splendido Olimpijs’kyj Stadium di Kiev, dove era ospite il Chelsea di Mourinho per la sfida del terzo turno di Champions League. Un gruppetto di hooligans ha cacciato via a calci e pugni tre ragazzi di colore: secondo i testimoni, come denunciato dal network Fare contro la discriminazione razziale, i tre tifosi erano banalmente colpevoli di stare lì, a tifare Dinamo come gli altri. È stato impossibile.

Non si pensi sia un caso isolato: l‘Uefa ha da tempo perso di vista la degenerazione del tifo nell’Est Europa e nel Nord Europa. Non solo Inghilterra, Grecia o paesi dell’ex Jugoslavia, la mappa europea del tifo violento sta cambiando. Due i filoni principali: le tifoserie degli ex paesi del blocco sovietico e quelli dei ‘civili’ paesi del nord Europa. Polonia, Russia, Ucraina, Ungheria, Repubblica Ceca. In questi paesi si è diffuso sugli spalti un nuovo modo di intendere il tifo di curva: gruppi organizzati, composti da 40-50 persone, fisico e muscoli in bella vista, l’estrema destra come filosofia di vita. Tatuaggi, risse di strada, tumulti di curva, foto in posa sui social per intimorire gli avversari.

Wisla Cracovia, Spartak e CSKA Mosca, Legia Varsavia, Sparta Praga, Metalist e Dinamo Kiev le loro squadre. Le minacce di odio corrono sul web e spesso arrivano a destinazione. E non solo nelle trasferte europee, dove questi gruppi cercano da una parte di accreditarsi con le tifoserie più importanti della tradizione ultrà occidentale e dall’altra di mettersi in mostra con quelle che intendono “sfidare”. A casa loro si assiste a vere e proprio scazzottate ‘oceaniche’, che si affrontano in campo aperto su appuntamento, con tanto di videomakers, pronti a riprendere e a diffondere. Nella mente ricorrono gli invasati tifosi del CSKA Mosca, nella prima sfida della Roma di Rudi Garcia in Champions League, fronteggiare steward e Polizia sugli spalti dell’Olimpico, a torso nudo e guantini da boxe, dopo aver sfidato i rivali romanisti al Foro Italico prima della partita.

Altro fenomeno quello dei paesi scandinavi. Non solo Feyeenord e Ajax nella mappa del tifo violento, come la Barcaccia di Piazza di Spagna ben ricorda. In Svezia è di marzo 2014 la notizia della morte di un tifoso del Djurgardens ucciso a botte dai rivale dell’Helsinborgs e partita sospesa. Il fenomeno nordeuropeo è tuttavia diverso da quello dell’est. In questo caso si tratta infatti di bande violente non gerarchizzate al proprio interno, non interessate a diffondere il proprio stile o il loro credo. L’unica ideologia che le guida è quella del caos e della devastazione.

L’estrazione sociale è eterogenea, al proprio interno si trova di tutto, dallo studente al professionista. Per certo versi sono più simili ai primi hooligans inglesi. Anche in Svizzera negli ultimi anni il fenomeno del tifo ha registrato picchi violenti: tra le tifoserie più in vista e maggiormente temute dalle autorità ci sono quello di Zurigo e Basilea, compatte e organizzate, più ispirate al tifo italiano degli anni 90, per stile d’incitamento sugli spalti e per gli spostamenti in trasferta al seguito della squadra del cuore.