YOUTUBE Aereo somalo, addetti si scambiano computer-bomba

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Febbraio 2016 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Aereo somalo, attentatore riceve computer-bomba

Aereo somalo, attentatore riceve computer-bomba

MOGADISCIO – Aereo somalo, attentatore riceve computer-bomba. Abdullahi Abdisalam Borleh. Questo il nome del somalo che martedì 2 febbraio ha fatto esplodere il Tnt contenuto in un laptop computer, durante un volo Daallo Airlines. L’aereo, nonostante lo squarcio nella carlinga, è tornato all’aeroporto di Mogadiscio. Solo Borleh, l’attentatore, è morto perché risucchiato fuori dallo squarcio creato dal suo stesso esplosivo.

Ora un video pubblicato dal Daily Mail mostra il momento in cui due addetti aeroportuali si scambiano tra loro il computer portatile. Nel filmato si vedono i due uomini che maneggiano il computer portatile in cui si ritiene fosse nascosto l’ordigno che ha provocato l’esplosione nell’Airbus A-321 delle linee aeree somale. Nel filmato, ha spiegato Abdisalam Aato, portavoce del primo ministro somalo, si vede un addetto aeroportuale che prende il portatile e lo porge a un altro dipendente, nel video quello che indossa il fratino.

A confermare l’autenticità del filmato è la National Security Agency (NISA), l’intelligence somala. I due addetti ora sono stati arrestati.

Ora si sta cercando di capire se Borleh sia collegato ai terroristi islamici somali di Al Shabaab, che sono affiliati ad Al Qaeda. Tuttora nessuno ha rivendicato l’azione. Secondo le risultanze degli investigatori, l’ordigno nascosto nel laptop conteneva esplosivo Tnt potenziato di tipo militare, che ha lasciato tracce sul luogo dell’esplosione. Secondo gli inquirenti, il presunto terrorista sapeva esattamente dove sedersi e aveva scelto infatti un posto sopra l’ala destra, consapevole che la deflagrazione – forse erroneamente innescata in anticipo – avrebbe potuto provocare la distruzione dell’aereo in volo se si fosse trovato ad alta quota e l’esplosione dei serbatoi alari pieni di kerosene. Il danno è stato contenuto perché l’Airbus, decollato da poco e diretto a Gibuti, si trovava ancora a poco più di 3.000 metri di altitudine.