BERLINO – Angela Merkel in chador nero tra i minareti: ha fatto molto discutere in Germania questa immagine, andata in onda durante un dibattito alla televisione pubblica tedesca Ard sulla crisi dei migranti in Europa.
Nell’immagine alle spalle del conduttore si vedeva la cancelliera della Repubblica Federale con indosso il tradizionale copricapo islamico iraniano. Sullo sfondo, dietro la figura di Merkel in chador, si intravvede il Reichstag (il Parlamento tedesco) circondato da minareti.
L’immagine, satirica – come ha spiegato l’emittente in un secondo momento, dopo essere stata sommersa dalle proteste – doveva avere lo scopo di polarizzare l’opinione pubblica, alimentare il dibattito in modo provocatorio, secondo chi l’ha proposta. Ma molti telespettatori non hanno affatto gradito la scelta del programma, ed hanno accusato i responsabili di islamofobia e di voler deliberatamente alimentare i sentimenti antislamici.
Eppure proprio per la gestione della crisi dei migranti il nome di Angela Merkel è stato fatto come possibile candidato al premio Nobel per la pace. Intanto, però, a dispetto di sondaggi e aspre critiche interne, Merkel ha fatto capire che intende andare dritta per la sua strada, sui profughi: il diritto all’asilo non si tocca e la Germania, travolta da un flusso di richiedenti spaventoso nell’ultimo mese, può e deve gestire comunque questa sfida, che riuscirà a superare. Checché ne dicano alleati e semi-avversari politici, che invocano invece ‘tetti’ e dichiarazioni di “sfinimento” da parte della cancelliera. Invano. Le frontiere aperte a settembre, che hanno portato in Germania tanti migranti quanti nell’intero 2014? “Lo rifarei”, è la risposta senza riserve.