Bangladesh i 9 morti italiani 46 anni dal concerto di George Harrison YOUTUBE

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2016 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA
YOUTUBE Bangladesh dal concerto di George Harrison ai morti italiani

Bangladesh dal concerto del 1971ndi George Harrison (nella foto il manifesto del concerto) ai morti italiani

Il Bangladesh, dove 9 italiani sono morti sotto la spada dell’Islam e per cui George Harrison dei Beatles radunò in concerto i migliori musicisti del tempo (1971) , è uno dei Paesi più poveri, corrotti e sfruttati del mondo.

La spada dell’Islam è stata brandita il 1 luglio 2016 da un commando Isis in un ristorante della capitale Dacca, il  Holey Artisan Bakery cafe.

Il concerto, The Concert for Bangladesh, si tenne al Madison Square Garden di New York il 1 agosto 1971 e il cartellone dei cantanti, George Harrison, Ringo Starr, Ravi Shankar, Leon Russell, Billy Preston, Eric Clapton e Bob Dylan richiamò migliaia di persone. Fu il primo concerto per beneficenza della storia quanto meno recente.

Per ascoltare l’intera registrazione del concerto cliccare qua.

Per la registrazione originale in studio di My Sweet Lord cliccare qua.

Nella canzone principale, intitolata Bangladesh, George Harrison, chiedeva “a tutti di aiutare a salvare qualche vita”…”Prima che il Paese muoia”.

“Bangladesh, Bangladesh”, proseguiva il refrain, “dove tanta gente muore”…”Bangladesh, Bangladesh, un disastro tanto grande che non capisco(…) non ho mai visto tanta disperazione. (…) Vi prego non giratevi dall’altra parte (…) Bangladesh, Bangladesh, sembra così lontano da dove noi siamo, ma è qualcosa che non possiao respingere, è qualcosa che non possiamo ignorare. Perché non volete dare un po’ di pane per dar da mangiare all’affamato?”.

I fondi furono impiegati per contribuire a alleviare in qualche modo le disperate condizioni di povertà degli abitanti del Bangladesh.

La millenaria miseria della gente del Bangladesh, stato indipendente solo dal 1971, si è aggravata dopo la indipendenza e la spartizione dell’ India (1947) raggiungendo il culmine nel 1970. Su una superficie meno di metà dell’ Italia vive quasi il triplo delle persone. Il suo territorio è dominato dal delta del Gange.

Con la mai abbastanza deprecata spartizione dell’India decisa dal mai abbastanza deprecato Lord Mountbatten (zio della regina Elisabetta e padre spirituale dell’infelice Carlo), il Bangladesh fu unito al Pakistan, dal cui territorio era però separato da 1.600 chilometri di India.

Cattiva organizazione produttiva, corruzione, eventi naturali, fecero precipitare nella disperazione questa regione allora anche chiamata Pakistan orientale. Ci furono rivolte, guerra civile e il mondo si accorse della tragedia. Il concerto di George Harrison, il cui destino era segnato dalla tragedia, un quarto di secolo dopo, contribuì a portare sotto gli occhi del mondo la questione del Bangladesh.

Negli ultimi decenni gli occidentali hanno scoperto il Bangladesh come miniera di manodopera a bassissimo costo, disponibile a lavorare nelle condizioni più vergognose e umilianti. Anche il mitico Made in Italy si è aggregato al processo di delocalizzazione avviato dagli americani e non a caso quasi tutte le vittime dell’attentato Isis di Dacca lavoravano nell’industria dei tessuti.

Negli ultimi anni ci sono stati anche episodi clamorosi di incidenti sul lavoro che hanno provocato migliaia di morti, grande indignazione, nulla di fatto nel miglioramento delle condizioni ambientali.