LOS ANGELES – Sean Penn rompe il silenzio dopo il clamore suscitato dalla sua intervista al boss messicano della droga Joaquin “El Chapo” Guzman, che ha portato al suo arresto e, parlando alla Cbs, dice di avere un “terribile rimpianto”:
“Ho il rimpianto che le polemiche su questa vicenda abbiano oscurato quello che era il mio vero scopo, ossia quello di contribuire al dibattito sulle politiche per la lotta alla droga. Vorrei essere chiaro, il mio articolo ha fallito”,
ha detto l’attore americano, in riferimento al pezzo uscito sulla rivista Rolling Stone.
Penn è convinto di essere stato in grado di ottenere l’incontro con El Chapo perché non è un giornalista tradizionale. E a suo parere nessun giornalista tradizionale ci sarebbe riuscito.
“Sappiamo che il governo messicano si sente chiaramente molto umiliato dal fatto che qualcuno abbia trovato il boss prima di loro”, ha rivelato la star. “In realtà nessuno lo ha trovato prima di loro. Non siamo più intelligenti della Dea e degli 007 messicani. Abbiamo solo avuto un contatto grazie al quale siamo stati in grado di avere un invito”.
Sean Penn è riuscito ad incontrare El Chapo grazie alla attrice messicana Kate Del Castillo. Per quell’intervista l’attore è stato indagato e regista premio Oscar indagato, insieme a Del Castillo. Le autorità messicane vogliono sapere tutto: ogni passo di quel rapporto speciale che legava l’attrice messicana al boss del cartello di Sinaloa, nato da uno scambio di tweet nel 2012 e diventato un patto di fiducia tale da indurre il megatrafficante a concedere l’intervista, a ricevere i due in un luogo segreto nel cuore della giungla, certamente una delle tappe nella latitanza durata dall’evasione a luglio fino alla cattura nei giorni scorsi. Un incontro gestito al massimo livello di segretezza, con dettagli degni di un film di genere, ma che alla fine avrebbe aiutato le autorità messicane a scovare El Chapo e a rimettergli le manette.
(Nelle foto Lapresse il covo di El Chapo)