ROMA – “Medusa Ufo“: questo il nome con cui è stata temporaneamente battezzata una medusa di un tipo sconosciuto, scoperta per caso alla profondità di ben 4.250 metri nella fossa delle Marianne da un sottomarino-robot della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense. La strana creatura ha la forma di un globo trasparente con luci rosse e arancioni al suo interno, contornato da lunghi sottilissimi tentacoli bianchi.
I biologi marini americani che stanno studiando la strana medusa, ripresa dal drone Deep Discoverer del NOAA, ritengono che l’animale potrebbe appartenere a una sottospecie della Crossota, un tipo di predatore che rimane per lunghi periodi immobile in attesa di catturare una preda con i suoi lunghi tentacoli. Le ‘sue luci’ interne dovrebbero essere in realtà il sistema digestivo e le gonadi.
La “Medusa Ufo” è solo l’ultima di una serie di affascinanti scoperte fatte nella Fossa delle Marianne grazie alle ‘crociere’ subacquee del Deep Discoverer. La precedente risale al marzo scorso ed è quella del ‘Polipo fantasmino’, una nuova specie di cefalopode trasparente che assomiglia al cartone animato ‘Caspar’, trovato anch’esso a circa 4 chilometri di profondità.
La tempura di meduse e le meduse disidratate (o in salamoia), così come le microalghe e gli insetti potrebbero diventare i cibi del futuro. ”Sono ingredienti completamente diversi fra loro e nuovi al mondo occidentale, ma diffusi da tempo nell’Est asiatico e in America Latina”, ha spiegato Graziella Chini Zittelli, dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi del Cnr (Ise-Cnr). ”Le microalghe, per esempio, erano ingredienti noti agli Aztechi”, ha precisato. ”Naturalmente siamo in grado di riconoscere eventuali specie tossiche e lavoriamo solo su quelle sicure per l’uso alimentare”. ”E’ possibile allevare le microalghe in impianti esterni e meduse utili a scopo alimentare le abbiamo già in abbondanza nei nostri mari”, ha osservato Antonella Leone, dell’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del Cnr (Ispa-Cnr). “Per esempio, ha aggiunto, la Cotylorhyza tuberculata è molto diffusa lungo le coste pugliesi e oltre ad essere un candidato per i cibi del futuro è ricca di un ”composto attivo contro il tumore del seno”.
Di seguito il video in cui si vede la “Medusa Ufo”.