YOUTUBE Santamaria si leva il cappello e… mostra la pelata

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2016 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Claudio Santamaria

Claudio Santamaria

ROMA – Claudio Santamaria ha vinto il David di Donatello 2016 come miglior attore protagonista per “Lo chiamavano Jeeg Robot”. “Sono sempre molto negativo e quindi non ci speravo”, ha detto l’attore che si è presentato sul palco con un cappellino da baseball. Poi i saluti di rito: “Ringrazio la mia famiglia, quelli che hanno lavorato al film, quello che abbiamo conosciuto a Tor Bella Monaca e chi ci ha ispirato. Dedico questo premio a Graziella Bonacchi, la mia agente che oggi non c’è più. Ora faccio una cosa sulla quale non saresti stata d’accordo ma lo faccio lo stesso”. E a quel punto Santamaria si è tolto il cappellino mostrando una semi-pelata, con i capelli solo sui lati. Sta, infatti, girando un nuovo film e quello è il look del suo personaggio.

TUTTI I VINCITORI – Vince, un po’ a sorpresa, un film con una idea forte e moderna come “Perfetti sconosciuti” di Paolo Genovese che, non a caso, conquista anche il premio per la migliore sceneggiatura. Ma a sbancare in questa 60/a edizione dei David è sicuramente un film fresco e surreal-fantasy come è “Lo chiamavano Jeeg Robot”, opera prima di Gabriele Mainetti che conquista non solo la statuetta come miglior regista esordiente, ma anche altre sei premi. Ovvero quelli andati a tutta la squadra degli attori protagonisti e non protagonisti: Claudio Santamaria e Ilenia Pastorelli e ancora, come non protagonisti, Luca Marinelli e Antonia Truppo. Stesso risultato per “Il racconto dei racconti-Tale of Tales”, di Matteo Garrone che conquista la miglior regia e poi sei statuette tecniche: miglior fotografia, andato a Peter Suschitzky; scenografia a Dimitri Capuani e Alessia Anfuso; i costumi a Massimo Cantini Parrini, che dedica il premio a Ettore Scola. E ancora per Garrone miglior trucco e acconciatura e effetti digitali. Delusione sicuramente per Claudio Caligari che, nonostante le sedici candidature ottenute da “Non essere cattivo”, ottiene solo il premio per miglior fonico di presa diretta. E ancora peggio va a Fuocoammare di Gianfranco Rosi, unico film in lizza con un tema forte come quello dell’emigrazione che dopo aver conquistato il Festival di Berlino con l’Orso d’oro nel proprio paese non si porta a casa nulla (aveva quattro candidature). Infine la musica è di “Youth – La giovinezza” di Paolo Sorrentino che conquista miglior canzone e colonna sonora.