Cinema italiano, chiudono le sale, calano gli spettatori: Gasparri e Zanda uniti per salvarlo

Cinema italiano: un bagno di sangue. Chiudono le sale, calano gli spettatori. Cinema italiano in crisi, alleanza Gasparri e Zanda uniti per salvarlo. Ce la faranno? Ma forse è tardi.

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 10 Luglio 2022 - 07:27 OLTRE 6 MESI FA
Cinema italiano in crisi, alleanza bipartisan di senatori lo difende

Cinema italiano in crisi, alleanza bipartisan di senatori lo difende

Cinema italiano: un bagno di sangue. Chiusure e presenze flop, settore a rischio. Come salvarlo?

Martedì 5 luglio una alleanza bipartisan di senatori – da Maurizio Gasparri (Fi) a  Luigi Zanda (Pd) – ha presentato una mozione (la prima ad occuparsi della materia) “per difendere il cinema in sala, fattore di socialità e di identità “. Scopo  prioritario: riportare il cinema al centro della distribuzione audiovisiva.  Il lungo lockdown e le misure restrittive hanno allontanato gli appassionati e sempre più chiudono le sale. I lavoratori del settore hanno già fatto sentire il loro grido di dolore. È allarme rosso. I numeri sono impietosi.

CHIUSE 500 SALE 

Il cinema italiano è in caduta libera. Unico in Europa. Dunque, fenomeno tutto nostro. Piangono gli incassi (-70%), calano gli spettatori (-12%). Le produzioni italiane lavorano a pieno regime ma non sempre i film escono in sala; o se lo fanno incassano troppo poco.

Nel 2021 i titoli nostrani sono stati il 43%, incidendo sulla quota nazionale solo per il 20%, oltretutto concentrato per la maggior parte negli incassi dì quattro o cinque film. Dopo il lockdown in Italia 500 schermi non hanno più riaperto. Sono numeri pre-fallimentari.

LA CRISI DEL CINEMA DURA DA ANNI

Perché? Ognuno dice la sua. Se ne sentono di tutti i colori. C’è crisi perché non ci sono più i grandi attori o registi (ma vengono salvati Tornatore, Bellocchio, Amelio, Moretti), perché lo spettatore si è involuto, perché con l’arrivo dei cinepanettoni  non si fa più il cinema di “genere “ (giallo all’italiana, spaghetti western, horror, poliziottesco), perché i produttori sono poco coraggiosi, il pubblico ignorante e con poca cultura.

Addirittura perché non esistono più le “maggiorate” che tanto andavano di moda nel cinema italiano anni 60; calma, esistono ancora “ e si chiamano rifatte”. Quel che è certo è che la crisi è sotto gli occhi di tutti. E invertire la tendenza non sarà facile. I senatori vogliono mettere un freno – tanto per cominciare – allo streaming. Ma forse è tardi.