Crisi/ Istat: nel 2008 i nuovi occupati (183mila) sono meno dei disoccupati (186mila). Non accadeva dal 1995

Pubblicato il 26 Maggio 2009 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

Le condizioni del mercato del lavoro peggiorano a causa della crisi in atto. A dirlo è il Rapporto annuale 2008 dell’Istat: per la prima volta dal 1995, la crescita degli occupati nel 2008 (183 mila unità in più rispetto al 2007) è stata inferiore a quella dei disoccupati (186 mila in più). I

In particolare la disoccupazione torna a crescere dopo quasi dieci anni, coinvolge in misura maggiore gli uomini e interessa soprattutto il Centro e il Nord-ovest, anche se il Mezzogiorno si conferma l’area con la maggiore concentrazione di disoccupati.

Non solo, il fenomeno si sta progressivamente spostando verso le classi di età più adulte. Gli effetti della crisi, spiega l’Istat, determinano una crescita dei disoccupati con precedenti esperienze lavorative, il cui peso è arrivato a superare il 70% del totale, dal 66% del 2006. Nella disoccupazione femminile, invece, il gruppo prevalente è quello proveniente dall’inattività.

La crescita degli ex occupati e il mancato rinnovo dei contratti a termine dietro la brusca impennata della disoccupazione di breve durata. Tornando agli occupati, nel dettaglio l’Istat spiega quelli “standard” (a tempo pieno e durata indeterminata) sono circa 18 milioni; i lavoratori “parzialmente standard” (a tempo parziale e con durata non predeterminata) sono circa 2,6 milioni; gli atipici (dipendenti a termine e collaboratori) sono quasi 2,8 milioni.

La sostanziale stabilità del lavoro standard nel 2008 rispetto al 2007 è il risultato della diminuzione del lavoro autonomo (-104 mila unità) e dell’incremento di quello dipendente (+106 mila unità). Quest’ultima componente, inoltre, aumenta nel settore dei servizi e si riduce sensibilmente nell’industria in senso stretto.