Il ghiaccio di Obama che non fa dormire Berlusconi, agita anche i sogni di Sarkozy e Merkel

di Marco Benedetto
Pubblicato il 6 Giugno 2009 - 21:08| Aggiornato il 13 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Questo commento prende lo spunto da un articolo inglese, del Times di Londra, che Blitzquotidiano.it propone come articolo del giorno. L’articolo, un po’ crudele e malignetto, all’inglese, costituisce una lettura molto divertente. Ma anche molto inquietante.L’articolo infatti ha una doppia lama: ci fa vedere i leader europei che in Italia sono considerati dei piccoli campioni, come Angela Merkel e Nikolas Sarkozy, in una luce molto diversa, la luce che viene dalla prospettiva americana. In quella prospettiva, non sembra esserci molta differenza tra Merkel, Sarkozy e il nostro Silvio Berlusconi: Obama li mette tutti sullo stesso piano, con una fredda lucidità che dà i brividi. Berlusconi è solo un po’ troppo di tutto, in più è ricco e in più rappresenta un paese che agli occhi americani conta meno dell’Arabia Saudita.

L’altro taglio della lama è per lo stesso Obama, che tutti vediamo come la reincarnazione di un mito, e magari lo è anche. Ma porta anche con sé la durezza del politico che si sente addosso il peso del mondo e non ha tempo per le sciocchezze, e se è per questo di un politico cresciuto nella giungla di Chicago, dove non c’è spazio per minuetti e carinerie. Ed è anche un tipo che sotto il sorriso è davvero di ghiaccio e soprattutto non tollera il minimo sgarro.

L’articolo racconta la storia degli inviti alle celebrazioni per l’anniversario dello sbarco in Normandia come è stata vissuta da Parigi, confermando la villania di Sarkozy, che non ha invitato la regina Elisabetta per restare da solo a dominare la scena con Obama. Obama non ha gradito la cosa, ha manovrato perché ci fosse almeno il principe Carlo e ha mandato a Sarkozy un messaggio obliquo, tale da confermare al cento per cento i timori e i brividi che tormenano il povero Berlusconi.

Qualcuno ha riferito a Obama che durante il G20 di Londra Sarkozy ha detto di lui che “gli era parso privo di esperienza e poco informato, specialmente sul tema del cambio del clima”. In risposta, parlando con un ministro francese in visita a Washington, Obama ha detto “Di’ a Nicolas che sto facendo i compiti e che in due mesi saprò tutto sul cambiamento del clima”.

Poco da stupirsi se Obama ha risposto picche ai pressanti e insistenti inviti da parte di Sarkozy per cenare assieme venerdì sera a Parigi, le due coppie, magari in uno scenario da favola come il ristorante sulla Torre Eiffel. E alla luce di tutte queste cose si capisce anche l’espressione ingrugnata, di uno che proprio ha imboccato una giornata storta, che ha in faccia Sarkozy nelle foto che si vedono sui siti inglesi del sabato pomeriggio. Si aggiunga che Sarkozy è anche il più piccolo di statura, della moglie, di Obama e di Michelle (oltre 15 centrimetri) e si comprendono tutte le ragioni di disagio che tormentano l’amico francese di Berlusconi.

Ma a quanto pare Obama applica agli europei la par condicio dell’antipatia. Infatti anche i tedeschi hanno tutti commentato sulla brevità della sosta di Obama in Germania, aggravata dal fatto che nemmeno si è presentato a Berlino, come indici del fatto che a lui la Merkel proprio non gli va giù. E in effetti, anche con la Merkel Obama ha motivi di risentimento: quando era ancora candidato, Obama fece un tour in Europa (sempre comunque evitando l’Italia di Silvio, l’amico di George): voleva fare un comizio a Berlino, per ricollegarsi col John Kennedy dell’ “Ich bin ein Berliner”, ma la Merkel gli disse che no, che non le andava. La prudente Merkel, in quel momento, aveva anche le sue ragioni per mantenersi equidistante tra Obama e l’altro candidato, John McCain (il quale, peraltro, se non avesse imbarcato come candidato vice la governatrice dell’Alaska Sarah Palin avrebbe probabilmente vinto). Obama il comizio lo ha poi fatto lo stesso, con grande successo e ora che è lui il Presidente, con la P maiucola, l’uomo più potente del pianeta, beh ora Obama qualche soddisfazione se la leva, e come dargli torto.

Sembrano stare un po’ fuori gli inglesi: legami storici, la lingua in comune, il fascino inesorabile della regina. Ma intanto loro sono  nel pallone, al punto che parlando sulla spiaggia dove avvenne lo sbarco, 65 anni fa, il primo ministro inglese Gordon Brown l’ha chiamata “Obama beach” invece che “Omaha beach”, nome di codice datole dal generale Dwight Eisenhauer, comandante supremo alleato. Servilismo assooluto o confusione mentale? Difficile dirlo, in questi giorni di debacle personale e politica per Brown.

Tempi duri aspettano l’Europa, anche perché non c’è dubbio che Obama sia un politico attento e consumato e non un ragazzino incapace di nascondere i propri sentimenti e non c’è quindi altrettanto dubbio che dietro i suoi atteggiamenti scostanti verso Berlusconi, Sarkozy e Merkel vi siano delle precise ragioni politiche. Un presidente americano che fa un profondo inchino davanti al re Abdallah dell’Arabia Saudita e sfugge alle attenzioni di Sarkozy o alla corte di Berlusconi ha chiaramente un’agenda internazionale ben precisa. Da farci tremare tutti.