Medio Oriente/ Martedi vertice trilaterale a New York tra Obama, Netanyahu e Abu Mazen

Pubblicato il 20 Settembre 2009 - 15:25 OLTRE 6 MESI FA

La Casa Bianca ha annunciato ufficialmente che martedì il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, avrà a New York  un incontro trilaterale con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu e il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, nell’ambito del tentativo di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente, a quanto riferisce il New York Times.

Benjamin Netanyahu (sin.) e Abu Mazen

Benjamin Netanyahu (sin.) e Abu Mazen

Lo ha comunicato a Washington il portavoce della Casa Bianca, Robert Gibbs, precisando che l’incontro trilaterale sarà preceduto da incontri bilaterali che Obama avrà con entrambi i leader. “Questi incontri – ha precisato la Casa Bianca – intendono proseguire gli sforzi del presidente Obama, del segretario di Stato Hillary Clinton  e dell’inviato speciale per il Medio Oriente, George Mitchell, per definire un lavoro di base per il rilancio dei negoziati in modo da creare un contesto positivo per trattative che possano avere successo”.

L’annuncio fa seguito alla missione in Medio Oriente di Mitchell, appena rientrato a Washington senza essere però riuscito a convincere i dirigenti israeliani a fare qualche concessione sulla controversa questione degli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Gli Usa insistono sulla necessità di un congelamento del programma per venire incontro alle richieste dei palestinesi.

Netanyahu non lo ha escluso ma ha precisato che lo stop non potrà in ogni caso interessare Gerusalemme Est né i 42 mila progetti di unità abitative già approvati o in via di realizzazione. L’ufficio di Netanyahu ha confermato l’incontro di martedì con Obama e Abu Mazen.

Anche l’autorità palestinese ha confermato che il presidente Abu Mazen parteciperà al vertice. Lo ha detto un alto responsabile palestinese a Ramallah: “Si tratterà di un incontro formale, che si terrà perché non abbiamo voluto deludere l’amministrazione americana che ne ha chiesto lo svolgimento”. “Questo – ha precisato la fonte – non significa una ripresa dei negoziati di pace, perché essa dipende dall’arresto della colonizzazione israeliana in Cisgiordania”.

Una maggiore disponibilità l’ha invece dimostrata Saeb Erakat, principale negoziatore di parte palestinese. “Noi speriamo che questo incontro sarà per il presidente Obama l’occasione di ascoltare i rispettivi punti di vista e capire cos’é che blocca i negoziati. Secondo noi è colpa di Israele perché rifiuta di eseguire gli impegni previsti nella ‘roadmap”, il piano di pace lanciato nel 2003. 

Il nodo del contendere tra le parti resta quindi quello degli insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Obama ne ha chiesto a Israele il congelamento immediato e totale. Lo Stato ebraico ha replicato offrendo solo una moratoria di nove mesi ma senza interrompere l’edificazione degli alloggi già in fase di costruzione (circa 3.000). Moratoria che esclude Gerusalemme Est che per Israele è parte integrante del loro territorio.

Lo stop alle colonie israeliane è anche per Abu Mazen una precondizione essenziale per la ripresa dei negoziati interrotti a dicembre dopo l’avvio dell’operazione israeliana Piombo Fuso nella Striscia di Gaza. E’ quindi ora Obama a impegnarsi personalmente nel processo di pace. Una missione, ha spiegato lo stesso inviato Usa Mitchell: “che accompagna i nostri sforzi per incoraggiare tutte le parti a prendersi le proprie responsabilita’ per la pace e a creare un contesto positivo per la ripresa dei negoziati”.