Tav: in Francia le opere, da noi le spese. Per questo loro non protestano

VAL DI SUSA – In Italia ci sono forti proteste contro la Tav, mentre invece in Francia nessuno protesta per la linea di Alta Velocità Torino-Lione. Chiara Paolin spiega sul Fatto Quotidiano che il motivo è semplice: “La Francia avrà più opere realizzate, l’Italia spenderà di più”.

Scrive la Paolin che “l’Ue concederà i fondi in parti uguali, ma il costo della galleria principale sarà caricato per il 63% sull’Italia, mentre la distribuzione geografica dei costi per i lavori sull’intera Lione-Torino si concentrerà per il 63% sulla parte francese”.

Un altro elemento determinante, spiega la Paolin, è il coinvolgimento di meno francesi rispetto agli italiani: “la popolazione interessata in Francia è meno di un quarto di quella residente nella stretta Val di Susa”. Inoltre “i contratti dei due Paesi sono sfalsati sin dall’origine: l’Italia deve ultimare l’accesso al tunnel principale entro il 2023, la Francia solo nel 2035”.

Nel frattempo, conclude Paolin, “i francesi hanno già scavato le tre “discenderie” di loro competenza, cioè tre gallerie che sbucano sul tracciato del (futuro) tunnel per accelerare l’opera aggredendola in più punti, e trasformandosi in uscite di sicurezza a lavori conclusi”.

Gestione cookie