Aids. Scienziati Usa: “Vaccino contro Hiv è efficace, buoni risultati in Thailandia”

vaccinoLa sperimentazione del vaccino contro l’HIV in Thailandia dà i primi segnali positivi. Secondo quanto annunciato dagli scienziati il mese scorso il livello di protezione potrebbe raggiungere il 31%: ciò significa che i rischi di contrarre il virus si abbassano notevolmente. Anche se non ancora pronto per la commercializzazione, i risultati delle prime prove sembrano piuttosto incoraggianti.

I test prendono un campione di 16.000 persone eterosessuali tra i 18 e i 30 anni d’età: secondo i primi dati diffusi durante una conferenza a Parigi e pubblicati sul “New England Journal of Medecine”, almeno su piccola scala il vaccino funziona. Dopo oltre ventisei anni di tentativi si sta imboccando la strada giusta per sconfiggere l’Aids.

«Credo che si possa proseguire su questa via con la certezza che saremo in grado di sviluppare un vaccino che è efficace a livello globale», ha detto il colonnello Michael Nelson, a capo del programma di ricerca militare Usa sull’HIV.

Resta ancora da chiarire perché, nei casi più a rischio, il livello di protezione sia così basso rispetto alle aspettative. Nonostante questi inconvenienti, lo staff di Nelson è piuttosto fiducioso: «È importante che le persone capiscano che questo è un progresso scientifico, una scoperta scientifica. Non è una svolta di sanità pubblica, non vi è un vaccino pronto e sicuro dietro l’angolo».

Per ore tra le 8.000 vaccinate, 51 hanno preso il virus. Tuttavia, gli sponsor che sostengono il progetto,  i militari Usa e il governo thailandese  hanno rassicurato che gli obiettivi sono statisticamente raggiungibili.

Sono ancora in tanti però i medici e gli esperti che criticano la millantata efficacia del prodotto sperimentato in Thailandia, (che è una combinazione di Sanofi-Pasteur Alvac canary pox e l’Aidsvax), perché ancora non sfruttabile in aeree dove i tassi di infezione da HIV sono molto più alti. Dal Wall Strett Journal e dalla rivista Science si levano le critiche più dure al vaccino, ritenuto ancora troppo debole.

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