Referendum, se vince il No, Di Maio premier…”Azzimato, elusivo, bugiardo”: ritratto al vetriolo su Spectator

Referendum, se vince il No, Di Maio premier..."Azzimato, elusivo, bugiardo": ritratto al vetriolo su Spectator
Referendum, se vince il No, Di Maio premier…”Azzimato, elusivo, bugiardo”: ritratto al vetriolo su Spectator (Foto ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

Luigi Di Maio, deputato, trentenne, azzimato nel vestire, è il “golden boy” del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, il partito politico insurrezionale d’ Italia che è avanti nei sondaggi rispetto ai democratici ora al governo, con un menu di politiche in stile Nazional Socialista, pescate qua e là dai programmi di sinistra e destra. E, proprio come tutti nel M5S, Di Maio detesta i giornalisti.

È l’inizio di una analisi della situazione italiana alla vigilia del referendum costituzionale scritta sul campo, con una visita a Roma, da Barnaby Martin, per Spectator, autorevole rivista inglese di centro destra che ebbe fra i suoi collaboratori il futuro primo ministro labour Tony Blair e che vanta quasi due secoli di pubblicazioni.
Di Maio, scrive,
“ha un difetto fatale: è troppo inesperto per affrontare faccia a faccia l’establishment italiano che dispone di molti poteri. È ormai chiaro che, se messo sotto pressione, nega di essere a conoscenza dei problemi, o, peggio ancora, cerca di addossare la colpa a qualcun altro. L’unica cosa che Di Maio non può assolutamente permettersi di fare è comportarsi come un normale politico o il M5S chiederà la sua testa su un piatto d’argento. Ma c’è una storia del suo viaggio a Londra lo scorso anno, che dimostra che è destinato a fare questa fine. Di fronte alla stampa in attesa, gli è stato chiesto se fosse mai stato prima a Londra. Un’espressione di panico ha attraversato il suo volto: “Londra? non ricordo….”
A proposito dei giornalisti, osserva Barnaby Martin,
“il disprezzo nei loro confronti mon è meramente l’odio perfettamente comprensibile che uno concepisce nei confronti dei giornali di sistema se si è vegani, non si crede nelle vaccinazioni e si crede invece la scia degli aerei sia la prova che il Governo finanzia la diffusione di sostanze chimiche sulla popolazione  (tutte cose di cui numerosi membri del M5S  sono convinti). È qualcosa di più, è la prova provata che i giornali non contano più”.
Beppe Grillo, prosegue il giornale inglese,
“comico, blogger e fallito attore originario di Genova, è abitualmente citato come il fondatore del partito.
Il vero ideatore, però, fu Gianroberto Casaleggio, uno stratega del web, milanese, morto nell’ aprile di quest’anno. Fu proprio Casaleggio, nel 2005, ad individuare la crescente popolarità del blog grillino, che nei primi giorni toccava argomenti come le tariffe taroccate delle compagnie telefoniche e i diritti dell’acqua in Sicilia.
In poco tempo, Casaleggio capì che Grillo era l’eroe che tutti aspettavano e si rese conto che, con l’aiuto dei social, il suo fan club presto poteva essere trasformato in enorme movimento politico”.
Segue il racconto del vano tentativo di Barnaby Martin di intervistare Di Maio, evento inseguito da mesi. Visto che Di Maio non rispondeva al telefonino perché vedeva un numero straniero e che i suoi assistenti rimandavano sempre, Martin ha preso un aereo e è sceso a Roma:
“Le opinioni di Di Maio sono importanti per i lettori inglese perché:
– se domani ci fossero le elezioni, M5S ne uscirebbe come il primo partito” in Italia.
– inoltre una delle cose che sia Grillo sia Di Maio hanno anticipato è che, qualora il M5S  dovesse salire al potere, traghetteranno l’Italia fuori dall’eurozona. (Dopo qualche giorno dall’annuncio, Di Maio ha moderato la propria opinione, affermando che il M5S darà voce ai cittadini che, attraverso un referendum, decideranno se abbandonare o meno l’euro).
– infine, Matteo Renzi, l’ormai notoriamente detestato primo ministro, in un atto rituale di autosacrificio, ha promesso che darà le dimissioni qualora vinca il No al  suo referendum sulle riforme costituzionali di domenica 4 dicembre. E sembra proprio che Renzi perderà”.
Barnaby Martin ha provato diverse volte a parlare con Di Maio ma nonostante le conversazioni al telefono e lo scambio di sms, “il suo staff promette molto ma non conclude. Passo da un appuntamento all’altro, parlando con funzionari pubblici, imprenditori, parlamentari e spie. Ma non con Di Maio”.
Poi, l’inatteso passo avanti: un deputato di un partito rivale, lo invita in Parlamento. Il piano: sedersi accanto a Di Maio in mensa (dove il cibo è notoriamente ottimo) e, con il tovagliolo al collo e il cucchiaio accanto alle labbra, si troverà in strategico svantaggio. “Sarai a casa sua, mi dice il deputato, e così anche lui si comporterà correttamente”.
Purtroppo a mezzogiorno arriva la notizia di una grave crisi per il Movimento, una inchiesta a Bologna per frode elettorale, che si aggiunge al già grave scandalo di Palermo. Di Maio, ingoia il suo piatto di fagioli e “corre a ritirarsi nella privacy del suo ufficio prima che io possa approcciarlo”.
Fagioli di Di Maio a parte, la situazione politica italiana merita qualche attenzione:
“Se Renzi dovesse perdere il referendum, il 4 dicembre, ci saranno davvero le elezioni politiche? Nel qual caso, il M5S potrebbe effettivamente vincere. Ma non così in fretta. Questa è l’Italia”.
Dice una fonte politica anonima: “Chiunque abbia cervello può vedere che l’intero sistema è un meccanismo incredibilmente delicato, di fatto un organismo vivente, che garantisce non solo che il Vaticano, la mafia, Berlusconi, l’unione dei tassisti e dei farmacisti, siano tutti contenti, ma che i soldi dello Stato vadano anche a coprire qualche “Sagra della rana” in una sperduta provincia del Sud, assicurandosi che il clientelismo venga esteso a tutti gli angoli del Paese. Tutti, da ogni parte dello schiaramento politico, temono lo zelo naive dei cinque stelle. Lasciateli al potere e faranno qualcosa di stupido, come cancellare un patto segreto sul gas con la Russia, o dire a Trump di andare a fare in c***”.
Negli ultimi giorni, annusando aria di vittoria, sul blog di Beppe Grillo ha dilagato la retorica: ha definito Renzi “una scrofa ferita”, una “persona con un handicap morale, mascherato da primo ministro”.
La borsa è ai livelli del 2009. I rendimenti obbligazionari arrivano fino al 2.2 per cento (il debito tedesco è all’1.1), e visto l’attuale sistema bancario italiano già pieno di sofferenze, si potrebbe forse innescare una crisi che abbatterebbe l’ euro e la stessa Ue.
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