Asia Argento: “Weinstein è un mostro. Ha una lingua lunga tre metri e…”

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2017 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
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Asia Argento: “Weinstein è un mostro. Ha una lingua lunga tre metri…” (Foto Ansa)

MILANO – “Weinstein ha una lingua lunga tre metri e me la vuole sempre infilare al caldo”: con queste parole nel 1997 Asia Argento parlava del fondatore della Miramax finito nello scandalo per le violenze sessuali su giovani attrici. Lo faceva in un fax inviato alla giornalista del Giornale Daniela Fedi, con la quale si confidava.

In quei giorni di vent’anni fa Harvey Weinstein si trovava a Roma, a Asia Argento era invitata ad una festa:

“Stasera c’era un festone per il capo della Miramax, mr Weinstein, che è a Roma, ma io non ci sono andata. Certo, è il mio boss, e allora? È un cicciabomba butterato. Ha una lingua lunga tre metri e me la vuole sempre infilare al caldo”,

scrisse nel fax inviato a Fedi, che oggi riporta quelle parole in un articolo sul Giornale. Quel fax l’attrice figlia di Dario Argento lo inviò poco prima di andare al Festival di Cannes, dove poi avvenne la violenza sessuale denunciata da Asia. Quei giorni dopo Cannes vengono raccontati con queste parole dalla cronista:

Poi Asia era andata a Cannes e io in giro per il mondo per le sfilate (…). Asia era depressa, di questo sono strasicura, ricordo di essermi preoccupata parecchio per lei perché non era più la simpatica guascona che mi sarebbe piaciuto avere come figlia pur sapendo benissimo che mi avrebbe dato un sacco di gatte da pelare. In settembre aveva compiuto 22 anni e poco dopo mi aveva mandato un fax con un’enorme margherita stilizzata: “Daniela, solo due parole di felicità. Mi ha appena chiamato a casa Abel Ferrara, vuole che domani stesso vado a NY per incontrare lui Willem Dafoe e Christopher Walker. Sono così felice che non credo che riuscirò a dormire… il mio regista preferito. Volevo solo dividere con te questo momento!”. Ero felice anch’io per lei e avevo continuato a esserlo finché una notte mi aveva telefonato in lacrime raccontandomi per filo e per segno quel che le aveva fatto a Cannes mr Weinstein. Ero annichilita dall’orrore. Non ebbi neanche bisogno di chiederle perché non avesse denunciato subito lo stupro: me lo disse lei. Ricordo le sue parole esatte: “Quel ciccione schifoso è così potente che la passerebbe liscia. A Monica Levinsky credono solo perché ha tenuto via il vestito. Perderei la stima di Abel. Non ci posso nemmeno pensare”.

Alla fine, trent’anni dopo, quelle parole sono tornate a galla, così come le azioni di Weinstein. Che adesso rischia il carcere dopo le decine di denunce da parte di attrici di Hollywood o aspiranti tali.