Attentati Parigi, imam pregano a Bataclan, canto Marisgliese

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2015 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA
Attentati Parigi, imam pregano a Bataclan, canto Marisgliese

Attentati Parigi, imam pregano a Bataclan, canto Marisgliese

(ANSA) – PARIGI – Forse ha ragione chi ha lasciato una copia di ‘Se questo è un uomo’ in Place de la Republique, a Parigi. A penna, sotto il titolo ha scritto: ‘Ils n’ont ries compris’, “non hanno capito”.  Di certo i terroristi-macellai che hanno devastato Parigi in un venerdì di paura, sangue e morte, la lezione di Primo Levi non l’hanno compresa. Ma non avevano nemmeno immaginato la reazione di Parigi. Tanto meno quella della ‘loro’ gente, di chi crede nell’Islam ma è pronto a uscire dal silenzio per dire ‘no’ a ”un odio che sporca tutti i musulmani”.

Così non solo pregano ma cantano la Marsigliese, gli imam che si sono riuniti a pochi metri dal teatro Bataclan e hanno pregato per le 132 vittime degli attentati, insieme allo scrittore ebreo Marek Halter. Alle loro spalle, il teatro della morte da due giorni è inaccessibile e ‘difeso’ da transenne e poliziotti. Di fronte, un tappeto di candele, fiori, biglietti lasciati dalla gente come se fossero cimiteri provvisori per chi non c’è più.

La piccola delegazione di imam si fa strada tra la foresta di telecamere giornalisti e fotografi, accende le candele di una menorah e urla al mondo che li guarda che non ci sono scuse per quella violenza seminata in mezzo a concerti, serate al ristorante o partite di calcio. ”Siamo qui in quanto francesi e in quanto musulmani”, è la premessa di Hassen Chalghoumi, presidente della Conferenza degli imam di Francia e imam di Drancy. Poi assicura: ”Non ci divideranno”. Ma per questo serve una prova di forza in più, serve metterci la faccia e così Chalghoumi chiama in causa i musulmani: ”Uscite dal silenzio per dire ‘no’ alla barbarie e a un odio che sporca tutti i musulmani”, ricordando poi che c’è un miliardo e mezzo di persone di fede islamica che sono ”ostaggi dell’Isis”.

Altrettanto deciso nella condanna, lo scrittore Halter: ”In tutte le religioni non si può uccidere in nome di Dio, vale per tutte le religioni – scandisce – E’ per questo che siamo qui, per far vedere che la Francia non è solo una faccia, ma 67 milioni di facce e può restare unita”. A poca distanza da lì la resistenza al terrorismo passa attraverso un’altra preghiera, laica e coraggiosa. Perché è quella dei parigini che, sfidando il divieto di incontri e assemblee in luoghi pubblici scattato dopo il 13 novembre, si ritrovano in Place de la Repubblique. Ed è lì che a 10 mesi dal colpo di Charlie Hebdo, ricreano lo stesso memoriale fatto di fiori, disegni, striscioni, messaggi. Un flusso inarrestabile da mattina a sera in cui non manca la musica, con un violinista che improvvisa ‘La Marsigliese’. Altrettanto spontaneo scatta un cerchio attorno alla statua della Marianna che domina la piazza: sono mani che si stringono. All’improvviso, per caso, ma la stretta è forte.