Gasdotto Nord Stream, nuova falla (è la quarta). Rilevati livelli insolitamente elevati di gas serra nell’aria

Livelli insolitamente elevati di gas serra nell’aria sono stati rilevati dalle stazioni di ricerca svedesi dopo le perdite di gas dai gasdotti russi Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Settembre 2022 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA
Gasdotto Nord Stream

Gasdotto Nord Stream, nuova falla (è la quarta). Rilevati livelli insolitamente elevati di gas serra nell’aria (foto ANSA)

Il gasdotto russo Nord Stream che porta il metano verso Germania e Polonia, ha una quarta falla. Due di queste quattro perdite si trovano nella zona economica svedese. Allo stesso tempo, il sismologo Björn Lund non esclude che possa essersi verificata una terza detonazione. 

Rilevati livelli insolitamente elevati di gas serra nell’aria

Nel giorno in cui è stata scoperta la nuova perdita, gli esperti avevano avvertito che la fuoriuscita di gas rappresentava un “grave danno” con un impatto sulla concentrazione di gas serra in atmosfera. Livelli insolitamente elevati di gas serra nell’aria sono stati rilevati dalle stazioni di ricerca svedesi dopo le perdite di gas dai gasdotti russi Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico come riferisce il media Svt Nyheter. “Vediamo un aumento della concentrazione di gas metano e sappiamo che le correnti d’aria provengono dalla zona di Bornholm”.

Dodici ore prima, presso la stazione di ricerca di Uppsala, sono stati misurati livelli elevati dello stesso gas: “È una coincidenza piuttosto interessante che quando guardiamo le masse d’aria e come hanno viaggiato per arrivare qui, possiamo vedere che hanno attraversato il Mar Baltico intorno a Bornholm. Pertanto, c’è un’alta probabilità che il gas metano nelle masse d’aria provenga dalle perdite da Nord Stream”, afferma Tobias Biermann, ingegnere ricercatore presso la stazione di ricerca svedese di Hyltemossa.

Ieri proprio il capo dell’Agenzia danese dell’energia, Kristoffer Bottzauw, aveva spiegato che le emissioni derivanti dalla fuoriuscita di gas dalle tre falle nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico potrebbero essere equivalenti a un terzo, circa il 32%, delle emissioni di gas serra totali annuali della Danimarca. Nel 2020 le emissioni della Danimarca sono state di circa 45 milioni di tonnellate di CO2. Il metano liberato, però, può creare squilibri all’ecosistema marino e soprattutto può avere conseguenze sull’effetto serra.

Confermata la presenza di navi russe nella zona

Due funzionari dell’intelligence europea hanno osservato che lunedì e martedì navi di supporto della Marina russa erano in prossimità delle falle nel Nord Stream e che rischiano di rendere i gasdotti irrecuperabili. Lo riferisce la Cnn. Non è chiaro se le navi abbiano avuto a che fare con le esplosioni, hanno detto le fonti, ma è uno dei tanti fattori che gli investigatori esamineranno. La settimana scorsa sono stati osservati sottomarini russi non lontani da quelle zone, ha detto uno dei funzionari dell’intelligence.

Le navi russe operano abitualmente nell’area, secondo un funzionario militare danese, che ha sottolineato che la presenza delle navi non indica necessariamente che la Russia abbia causato il danno. Le vediamo ogni settimana”, ha dichiarato. “Le attività russe nel Mar Baltico sono aumentate negli ultimi anni. Spesso mettono alla prova la nostra consapevolezza, sia in mare che in aria”. Ma gli avvistamenti gettano ulteriori sospetti sulla Russia, che ha attirato la massima attenzione da parte dei funzionari europei e statunitensi in quanto unico attore nella regione che si ritiene abbia la capacità e la motivazione per danneggiare deliberatamente gli oleodotti, scrive l’emittente Usa.