Spagna, riaperta l’inchiesta sull’incidente del bus in cui morirono 13 studentesse Erasmus

Spagna, riaperta l'inchiesta sull'incidente del bus in cui morirono 13 studentesse Erasmus
Spagna, riaperta l’inchiesta sull’incidente del bus in cui morirono 13 studentesse Erasmus

MADRID – Le indagini sull’incidente avvenuto il 20 marzo 2016 in Catalogna, dove persero la vita 13 studentesse Erasmus tra cui 7 italiane, sono state riaperte. L’annuncio è arrivato il 12 gennaio dal tribunale spagnolo di Amposta, che ha accettato il ricorso contro l’archiviazione disposta lo scorso ottobre presentato dalle famiglie delle vittime. Ora un nuovo giudice dovrà procedere all’interrogatorio dell’autista del bus, rimasto gravemente ferito nell’incidente, che non era stato sentito dal precedente magistrato. Soddisfatti i genitori di Francesca Bonello ed Elisa Valent, due delle italiane rimaste uccise, hanno dichiarato soddisfazione e sperano che questa inchiesta chiarisca quanto accaduto.

L’archiviazione del caso decisa in ottobre dalla precedente gip aveva provocato le reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano fatto ricorso. Il magistrato che si occupava del caso aveva allora escluso che l’autista potesse avere avuto alcuna “responsabilità cosi grave da essere punita penalmente” e aveva rinviato le parti a un procedimento civile. La polizia catalana in precedenza aveva indicato come causa più probabile dell’incidente un colpo di sonno dell’autista.

Il bus che aveva portato gli studenti Erasmus da Barcellona a Valencia per assistere alla tradizionale festa dei fuochi delle Fallas aveva fatto l’andata e ritorno in 24 ore viaggiando di notte. Secondo la stampa spagnola, subito dopo l’incidente – avvenuto a Freginals sull’autostrada Valencia-Madrid – l’autista avrebbe ammesso con i soccorritori di essersi addormentato al volante. In una decisione datata 9 gennaio, il nuovo magistrato ha definito “essenziale” che l’autista venga sentito “senza ritardo” per valutare una “eventuale responsabilità penale”.

Il nuovo gip ha ricordato fra l’altro, riferisce Efe, che in diverse sentenze la sonnolenza al volante è stata considerata in Spagna “conducta temeraria” (“guida temeraria”). L’avvocato spagnolo delle famiglie delle vittime Joquim Fibla ha definito “una buona notizia” la riapertura delle investigazioni penali, con l’interrogatorio dell’autista:

“Saremo più vicini a fare giustizia soprattutto per le ragazze morte nell’incidente”.

Dopo l’incidente, il conducente aveva ammesso di essersi addormentato alla guida del bus su cui viaggiavano le studentesse Erasmus e per questo era stato accusato di omicidio colposo plurimo. Le accuse nei suoi confronti erano poi state archiviate a novembre, ma le famiglie delle giovani studentesse rimaste uccise hanno presentato un ricorso e hanno ottenuto la riapertura del caso. Il papà di Francesca Bonello, la studentessa di medicina di 23 anni originaria di Genova che ha perso la vita nell’incidente, ha commentato:

“Sono soddisfatto della riapertura in tempi rapidi dell’inchiesta perché mi pareva assurdo che il giudice l’avesse archiviata in modo così sbrigativo. Ora spero che l’inchiesta chiarisca tutto. Non è stata una tragedia casuale, ma nata da un viaggio organizzato in modo demenziale perché imponeva una tabella di marcia massacrante: in 24 ore lo stesso conducente doveva guidare per 350 km all’andata e 350 km al ritorno facendo per due volte la spola fra Barcellona e Valencia. L’autista prima dell’incidente era stato visto aprire più volte il finestrino per prendere aria, come se avesse sonno, e aveva guidato in modo incerto. Mi rammarico anche che lo stesso conducente non abbia mai espresso la sua vicinanza alle famiglie delle ragazze morte: non sarebbe cambiato nulla ma ci avrebbe fatto piacere”.

Anna Bedin, mamma di Elisa Valent, la studentessa friulana tra le 13 vittime dell’incidente , ha commentato:

“Siamo sollevati. Non mi ridarà mia figlia ma almeno le indagini vanno avanti. Mia figlia non si è suicidata, vogliamo che il responsabile salti fuori. Non ci interessa che l’autista vada in galera, vogliamo solo che venga individuato il colpevole di quanto è accaduto per evitare che possano verificarsi altre simili tragedie”.

La sua Elisa, ”che sognava di viaggiare e conoscere il mondo”, era partita per Barcellona il 28 febbraio. Era in Spagna da meno di un mese. Le mancava un esame alla specialistica:

“Era andata in Erasmus per conoscere altre culture, altra gente – ricorda ancora la madre ringraziando le istituzioni italiane per il supporto e l’interessamento dato nella vicenda – era orgogliosa di essere italiana, ma era anche una cittadina europea”.

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