Aborto al San Camillo di Roma. Ma espelle il feto nella doccia 10 giorni dopo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2013 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Aborto al San Camillo di Roma. Espelle il feto 10 giorni dopo

Aborto al San Camillo di Roma. Espelle il feto 10 giorni dopo

ROMA –  Ha deciso di abortire, è andata in ospedale, al San Camillo di Roma, e lo ha fatto. Almeno credeva visto che, tornata a casa, ha espulso il feto nella doccia 10 giorni dopo.

Protagonista della vicenda Stefania M, di Roma. La donna ha scoperto che la bambina che portava in grembo era affetta da trisoma 21, ovvero la sindrome di down, e ha deciso di abortire all’ospedale San Camillo di Roma. A denunciare il tutto p l’avvocato della donna, Piergiorgio Assumma,  che ha presentato la denuncia.

“La mia cliente era intorno alla dodicesima settimana quando ha deciso di abortire – spiega l’avvocato Assumma – e il 16 agosto si è recata nel reparto di Ivg dell’ospedale San Camillo di Roma per effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza. Dopo qualche giorno di febbre alta, le condizioni fisiche della donna sono degenerate: aveva forti dolori in tutto il corpo e grossi problemi di deambulazione. Il 26 agosto, dopo 10 giorni dall’intervento, al mattino Stefania ha subito una consistente perdita ematica e, entrando nella doccia, ha perso il feto che è caduto nel piatto doccia. Il marito l’ha trovata accasciata in forte stato di choc”.      

La vittima, che si trovava in Toscana al momento del fatto – aggiunge il legale – è stata immediatamente accompagnata dal marito al Pronto Soccorso di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, dove dopo una nuova ecografia interna che ha rilevato la presenza nell’utero di materiale abortivo presumibilmente la placenta, è stata immediatamente portata in camera operatoria per un nuovo intervento di revisione della cavità uterina. Dopo la querela, il Sostituto Procuratore Carla Canaia ha disposto il ‘sequestro lampo’ della cartella clinica, la Procura di Roma sta indagando su questo gravissimo caso. Sul feto, che è stato mandato nel reparto di Anatomia patologica del Gemelli, è stato effettuato un esame istologico: era di 5,5 centimetri con porzioni di cordone ombelicale”.     L’avvocato fa sapere che la sua cliente ha una forte depressione, “non dorme, non esce di casa, non lavora quasi più. Un altro caso simile, aveva già coinvolto un anno fa, il medesimo reparto dell’Ospedale San Camillo di Roma”.

L’ospedale: noi corretti e lo dimostreremo. “Eseguiamo migliaia di interruzioni di gravidanza all’anno, nonostante la riduzione dei medici. Sono certo che l’iter della Magistratura dimostrerà la correttezza dell’intervento effettuato. Siamo vicini alla paziente e rispettiamo la sofferenza che ha dovuto affrontare. Purtroppo in letteratura sono segnalati molti casi di eventi avversi nel caso di interruzioni di gravidanza”.

Lo ha detto il direttore generale dell’ospedale San Camillo di Roma Aldo Morrone a proposito della denuncia della donna che e’ stata sottoposta ad interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) nel nosocomio romano ma poi ha espulso il feto 10 giorni dopo a casa.