Abruzzo: operaio muore sul cantiere il giorno della Festa del Lavoro

L’AQUILA, 1 MAG – E’ morto in cantiere il giorno della Festa del Lavoro: protagonista della vicenda e’ un operaio romeno, Vasile Copil, di 51 anni, dipendente della cooperativa “Rocca di Cambio” di Roma, costretto a lavorare nonostante la giornata di festa nel cantiere di un residence a Rocca di Cambio (L’Aquila). Sull’accaduto e’ stata aperta un’inchiesta dalla procura della Repubblica dell’Aquila.

L’operaio stava lavorando su un’impalcatura situata all’altezza del terzo piano della palazzina: Copil si e’ sporto per prendere alcuni materiali all’impalcatura del piano superiore, perdendo l’equilibrio e cadendo a terra. A dare l’allarme e’ stato un altro operaio che stava lavorando nel cantiere.

Sul posto è arrivata l’ambulanza del 118 ed è intervenuto anche l’elisoccorso del 118 dell’Aquila; i sanitari hanno cercato di rianimare Copil, praticandogli prima il massaggio cardiaco e utilizzando poi un defibrillatore, ma l’uomo e’ morto pochi minuti dopo l’arrivo dei sanitari, prima che venisse caricato sull’elicottero per il trasporto in ospedale.

L’autorizzazione alla rimozione della salma è quindi arrivata dal magistrato di turno, il sostituto procuratore, David Mancini, titolare dell’inchiesta: non si conosce il motivo per il quale gli operai fossero al lavoro nonostante il giorno festivo. Il cantiere e’ stato posto sotto sequestro dai Carabinieri.

Il sindaco di Rocca di Cambio, Gennaro Di Stefano, è rimasto impressionato dalla morte, nel giorno della Festa del Lavoro, dell’operaio romeno. ”Non lo conoscevamo di persona, visto che la ditta e’ di Roma – ha spiegato Di Stefano – ma c’è il dolore forte in paese per questa morte. Purtroppo incidenti sul lavoro continuano a capitare per l’incuria, l’incoscienza, la mancanza di un minimo di protezione, accortezza e rispetto delle regole. Più succedono – ha aggiunto – e piu’ non si prendono provvedimenti”.

Il Pcl Abruzzo protesta. ”Ci chiediamo, per l’ennesima volta – spiega il coordinatore del Partito Comunista dei Lavoratori, Ottaviano Scipione – quanto valga la vita di un lavoratore per i padroni delle villette e per le ‘cooperative’ che autorizzano il lavoro nei giorni di festa. Ci chiediamo dove sia il controllo sulle attivita’ lavorative sul territorio nazionale e quale saranno le misure repressive per punire chi fa lavorare i propri dipendenti, non ci venga a dire ‘soci’, proprio in spregio della festa dei lavoratori”.

“La crisi – aggiunge Scipione – ha accentuato l’accettazione di ogni condizione per accettare un lavoro, ma come puo’ questo essere lasciato alla merce’ di committenti i lavori e le aziende che offrono loro i propri servizi e le vite dei propri dipendenti, senza che ci siano controlli locali, tanto piu’ in comuni minuscoli e facilmente controllabili da vigili, e forze dell’ordine. O è proprio, come pensiamo noi comunisti, che tutta la societa’ si sta facendo prendere dal ‘dio denaro’ che tutto condiziona”.

Gestione cookie