Mamma di un bimbo disabile: “Il prete non lo vuole in chiesa, dice che darebbe fastidio”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2017 - 14:56 OLTRE 6 MESI FA
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Mamma di un bimbo disabile: “Il prete non lo vuole in chiesa, dice che darebbe fastidio!

BARI – La mamma di un bambino disabile denuncia: “Il prete non lo vuole in chiesa, dice che darebbe fastidio“. A chiudere la porta in faccia a un bambino con un lieve ritardo cognitivo e un deficit comportamentale è la parrocchia Santa Croce di Bari. Il sacerdote però spiega: “Polemica artificiosa e scaturita da un equivoco”.

Il bimbo, secondo quanto riportato da Mara Chiarelli su Repubblica, non può frequentare il catechismo nella stessa parrocchia dei suoi compagni di classe perché, è stato detto, “la sua presenza non permetterebbe agli altri bambini di seguire la celebrazione della messa”. Una storia di mancata inclusione che sua madre non può accettare: “Non punto il dito contro nessuno – precisa – Ma voglio che mi si spieghi quello che, nonostante tante parole, non sono riuscita a capire”. E che comincia un anno fa, quando la donna partecipa a un incontro di mamme: “In quell’occasione il parroco mi disse che ne avremmo dovuto riparlare in privato – racconta – Preferii lasciar perdere. Ma quest’anno si trattava di iscrivere anche l’altro mio figlio di otto anni. E allora ci ho riprovato”.

Il parroco affida a una nota la propria replica. “E’ noto il rinnovato impegno che la nostra comunità parrocchiale profonde nella attenzione e nella cura per la preparazione dei bambini ai sacramenti, con la partecipazione e la collaborazione delle famiglie”, scrive il sacerdote. “Nel caso concreto si è data piena adesione alla richiesta di preparazione del piccolo, pur essendo appartenente ad altra parrocchia, e nessuno ha voluto respingerlo o negargli i sacramenti: appreso della particolare disabilità di cui questi è portatore, ci si è limitati (doverosamente, anche e soprattutto nell’interesse del minore) a richiedere una particolare collaborazione alla famiglia, chiedendo anche di fornire delle linee guida comportamentali da tenere in caso di manifestazioni acute (linee che soltanto la famiglia può fornire): lo spirito di tale richiesta è stato probabilmente equivocato”.