Bergamo, ucciso falco pellegrino: già impallinato e curato un anno e mezzo fa

Bergamo, ucciso falco pellegrino: già impallinato e curato un anno e mezzo fa

BERGAMO – La seconda volta non ce l’ha fatta: un falco pellegrino bergamasco, già impallinato un anno e mezzo fa, poi curato e rimesso in libertà dai volontari del Wwf, è stato ucciso. L’animale, appartenente a una specie protetta, è morto dopo essere finito per la seconda volta sotto i colpi dei bracconieri.

L’Eco di Bergamo racconta la storia del rapace e l’indignazione del Wwf:

Il falco era giunto per la prima volta al Cras il 25 marzo 2013, dopo una fucilata (in periodo di caccia chiusa) nella zona di Trescore: «I pallini – raccontano gli operatori del centro – avevano provocato delle ferite superficiali alla testa e alle zampe oltre al danneggiamento completo di una parte importante delle penne remiganti dell’ala sinistra». Il rapace, dopo un intervento di trapianto delle penne (“imping”) danneggiate, è stato liberato il 1° aprile con un anello di riconoscimento, nella zona dove già nidificava sulle pareti delle cave di Zandobbio.

“Ora solo sdegno e rabbia – dichiarano dal Cras -, nel vederci riconsegnare il falco a distanza di oltre un anno e mezzo, dopo aver subito l’ennesimo atto criminale che questa volta non gli ha dato scampo”.

Ritrovato nel comune di Zandobbio da alcuni cittadini è stato di nuovo ricoverato al Cras il 14 novembre. Le analisi radiografiche hanno riscontrato, oltre alle decine di pallini da caccia in tutto il corpo, fratture multiple ad entrambe le ali, con una diagnosi di irrecuperabilità. Ogni intervento per mantenerlo in vita è risultato vano e il falco è morto dopo due giorni.