Caffè a 1,50 euro. Aumento dei prezzi non è che l’inizio

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 19 Maggio 2020 - 12:44 OLTRE 6 MESI FA
Caffè a 1,50 euro. Aumento dei prezzi non è che l'inizio

Caffè a 1,50 euro. Aumento dei prezzi non è che l’inizio (Foto Ansa)

ROMA – Dopo oltre due mesi la gioia e la sorpresa. La gioia di poter tornare a fare colazione al bar, come milioni di italiani sono abituati a fare, e di poter prendere finalmente un buon caffè che non sia quello della moka di casa.

Dopo l’agognata tazzina però, la sorpresa. Amara. L’espresso è buono come sempre, ma il conto è diverso. Da Torino a Palermo nei bar la tazzina è arrivata a costare un euro e mezzo e, in qualche caso, persino due. E non è che l’inizio.

Secondo il Codacons, alla fine, la Fase 2 si rivelerà una stangata per le famiglie di 536 euro. Stangata figlia di aumenti – in alcuni casi giustificati – che dal bar al parrucchiere faranno lievitare i prezzi.

Da una parte c’è evidentemente la prolungata chiusura delle attività, dall’altra i nuovi costi che si devono affrontare per sostenere la sanificazione (anche se il decreto Rilancio prevede un aumento del bonus sanificazione).

A tutto questo, poi, si aggiunge che le regole del distanziamento sociale causeranno una riduzione del numero dei clienti e di conseguenza dei guadagni.

Per il Codacons bisogna attendersi per i prossimi giorni rincari anche nell’abbigliamento e nel comparto ristoranti.

Anche il settore turistico, i cui introiti sono stati azzerati dal lockdown, potrebbe aumentare i prezzi, sia per quanto riguarda gli alberghi che per i trasporti.

Dai prossimi giorni ma anche da oggi e anzi da ieri. Con la ‘liberazione’ del 18 maggio infatti sono già lievitati i prezzi del caffè ma anche quelli dei parrucchieri che, come spiega un salone romano, devono tener conto di nuovi costi, come quelli degli asciugamani monouso.

Ma già prima di lunedì scorso prezzi in crescita erano quelli dell’alimentare, specie frutta e verdura.

L’Istat aveva in effetti già registrato nel mese di aprile un aumento medio dei prezzi del cibo del 2,8%.

La città italiana dove il rincaro si è fatto sentire più forte è stata Caltanissetta, che nel mese scorso ha registrato un +5,7% su base annua, più del doppio rispetto alla media italiana.

Ma la situazione è simile da Nord a Sud: da Trieste +5,3% a Palermo +4,8%.

E poi? Poi aumenteranno i prezzi dell’estate.

Quelli delle case da affittare sono già lievitati e molte case già prese, con il timore di molti italiani che li, e ci porta a preferire una soluzione come l’appartamento o la villetta all’albergo, inevitabilmente più affollato.

Gli aerei, quando riprenderanno a volare, saranno verosimilmente più cari potendo vendere meno biglietti per ogni singolo volo, come più cari saranno, è lecito immaginare, lettini e ombrelloni per lo stesso motivo.

Senza tenere conto degli aumenti di mascherine, guanti e gel sanificati. Prodotti diventati un ‘must’ e che dal pre-pandemia hanno visto crescere il loro valore in maniera in alcuni casi clamorosa.

Unica eccezione la benzina e i carburanti in genere. Il prezzo alla pompa mai o quasi a memoria d’italiano era stato così basso, con riduzioni di quasi il 20% rispetto a febbraio.

Peccato che, almeno sinora, la benzina fosse un bene inutile o quasi essendo gli italiani costretti a casa.